Sos dagli alberghi: "Siamo senza personale"

Corbellini si fa portavoce del malcontento. Nel mirino il reddito di cittadinanza: "Nelle zone con tanta offerta di lavoro andrebbe rivisto"

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di Daniele Masseglia

"Riporto quelle che ormai sono lamentele quotidiane: gli alberghi sono in grande difficoltà perché manca il personale, in queste condizioni come si può parlare di allungamento della stagione?". A lanciare un sasso pesante come un macigno è Marco Corbellini, titolare della storica agenzia “Enoria viaggi“ di Tonfano oltre che gestore di un albergo. E’ vero che la nuova impennata di contagi da Covid sta frenando molte partenze verso la Versilia, ma allo stato attuale il movimento c’è e ad affrontare questa ondata non c’è un esercito di operatori ma truppe in formato ridotto.

"Ogni giorno – racconta – tra le strutture cresce la preoccupazione per la mancanza di personale. Ci sono albergatori costretti a pulire le camere e lavare i piatti: chiaro che arriveranno a settembre stremati e chiuderanno tutto. Molti hanno già deciso di fare solo mezza pensione e alcuni stanno pensando addirittura di servire solo la colazione come i b&b. Così si corre il rischio di impoverire l’offerta anche in bassa stagione". I primi malumori, come spiega Corbellini, erano già emersi nell’estate 2020, la prima targata Covid, con numerose persone del comparto turistico costrette ad arrangiarsi per portare lo stipendio a casa. Ad esempio gli autisti dei pullman confluiti nella cantieristica o chi è stato assorbito dalle scuole grazie alla conoscenza delle lingue straniere. Non solo pandemia: anche la guerra influisce negativamente sui flussi turistici: "A fine gennaio per almeno tre settimane c’era stato un ’boom’ di prenotazioni, poi si è fermato tutto per la guerra e l’aumento dei costi energetici e delle materie prime. E così le famiglie delle fasce medio-basse riducono la vacanza o non la fanno proprio, a causa anche della ripresa del Covid. I mesi di giugno e luglio non hanno niente a che vedere con il 2020 e 2021, quando c’era più voglia di riprendersi la vita e non c’erano rincari".

Ma il vero problema è il personale. "Chi ha il reddito di cittadinanza è disposto a lavorare solo al nero, al che l’operatore si deve arrendere o rischiare. Non è giusto: nei periodi dell’anno e nelle zone in cui c’è tanta offerta di lavoro, come in Versilia da marzo a ottobre, il reddito di cittadinanza andrebbe corretto e ricalibrato. Altrimenti, ripeto, a settembre gli albergatori chiuderanno perché esausti e l’allungamento della stagione di cui tutti parlano resterà solo un proposito. L’anno scorso ho avuto difficoltà a sistemare i gruppi perché tanti hotel erano chiusi. Così ci rimette anche l’indotto".