Pasqua perduta, milioni in fumo. "Qualcuno avrà difficoltà a riaprire"

Il presidente di FederAlberghi Paolo Corchia tratteggia il duro momento vissuto dagli hotel "La primavera ormai è andata, speriamo di ripartire a fine maggio. Ma servono aiuti e vaccinazionI"

Versilia

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Versilia, 30 marzo 2021 - La primavera è arrivata, ma non per il turismo. Per il secondo anno di fila, il settore ricettivo tornerà a mettersi in moto, incrociando le dita, soltanto alle porte dell’estate. Ma con la speranza, poi, di non fermarsi più. A fotografare la situazione del comparto è l’ex presidente di Federalberghi Toscana e attuale referente per Forte dei Marmi, Paolo Corchia.   

Presidente, anche il fine settimana di Pasqua è andato. Si può quantificare il danno subìto dal settore? "A cose normai a Pasqua, il 60/70 per cento degli hotel sono aperti. In Versilia abbiamo quasi 400 strutture, il che significa che almeno 300 avrebbero dovuto rimettersi in moto. In condizioni normali, si lavora molto in base al meteo e a come si colloca la Pasqua, in una dimensione da tutto esaurito per almeno tre giorni. Un albergo di medie dimensioni incassa sui 30-50mila euro al giorno, con oscillazioni legate alla posizione e alla qualità del servizio. E’ una boccata d’ossigeno che permette di compensare i costi della riapertura, ma anche un momento in cui rodare il personale, mettere in prova nuove figure. E soprattutto, a Pasqua si iniziano a raccogliere le prenotazioni. Per il secondo anno di fila, tutto questo non ci sarà: almeno fino al 20 maggio, tutto tace, mentre si comincia a rivedere del movimento a partire dal 20 giugno. L’amarezza è che si consenta di andare a Tenerife o ai Caraibi, ma non di soggiornare in una città d’arte o sul mare".

Come l’anno scorso, dunque, l’estate torna a essere decisiva. In che modo vi state avvicinando alla bella stagione? "Lavorare sul personale è un’attività sempre più indispensabile, quindi continuiamo a formare e tenere aggiornati i nostri dipendenti. Chi ancora può, inoltre, si sta preparando con qualche investimento, ma sotto questo aspetto è chiaro che la situazione andrà definita: servono strumenti di finanziamento anche a lungo periodo, sui 15/20 anni, con garanzia statale, altrimenti sarà durissima uscire da questa morsa. Molti alberghi sono già indebitati. E i ristori che ci hanno dato sono insufficienti: non si può pensare di elargire 15-20 mila euro a un’attività che ha milioni di euro di fatturato".

Una fotografia dello stato di salute del comparto? "Da ex presidente toscano dico che la situazione sulla costa è più confortante, perché mezza stagione estiva, lo scorso anno, è andata bene. Il comparto apuo-versiliese è allo stremo, ma non in condizioni tali da mettere in preventivo qualche chiusura. Qualcuno incontrerà delle difficoltà nella riapertura, ma in altre realtà dell’entroterra la situazione è diversa e ben più grave. Il problema drammatico riguarda la carenza di liquidità e va affrontato di petto con tutti gli strumenti a disposizione". Quali sono i timori e le speranze per il futuro? "In Inghilterra hanno avuto il primo giorno con zero morti per Covìd, quindi la strada è chiara: vaccinare. Il nostro augurio è di aprire a fine maggio per lavorare una ventina di giorni in più rispetto alle attuali aspettative, per poi non fermarci più, sperando che la stagione si prolunghi a ottobre inoltrato, magari trainata dalla ripartenza di qualche manifestazione. Essere ottimisti non è facile, ma se arriveranno gli aiuti, il turismo ripartirà da solo". Daniele Mannocchi