Morta Mamma Ebe, scontò i domiciliari anche al Marco Polo

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Ci sono anche Viareggio e la Versilia nelle trame intricate e tribolate che hanno puntellato la vita di Mamma Ebe (nella foto), al secolo Gigliola Giorgini, la “santona di San Baronto“ morta ieri all’ospedale di Rimini all’età di 88 anni a causa di un brutto male. Di origini emiliane, aveva vissuto soprattutto in Toscana facendosi conoscere negli anni ’80 per aver costituito una comunità di adepti a San Baronto, frazione collinare di Lamporecchio dove fu arrestata nel 2010.

Due anni più tardi il Tribunale di Pistoia la condannò a 8 anni e 6 mesi per il reato di associazione a delinquere finalizzata all’esercizio abusivo della professione medica e alla truffa. Ma per motivi di salute ottenne gli arresti domiciliari, che scontò in via Udine a Viareggio, al quartiere Marco Polo. Per pochi mesi: nel luglio 2012 tornò in carcere per aver violato gli obblighi a cui era stata sottoposta. Erano stati i carabinieri di Lido di Camaiore e la polizia di Viareggio, durante un controllo, a scoprire che in casa, invece dalla sola badante, c’erano altre cinque persone, storiche amiche e collaboratrici appartenenti alla rete di seguaci della “santona“, alcune delle quali condannate con lei. Fu infine trasferita nella clinica del carcere di Pisa per l’età avanzata e lo stato di salute, poi uscì e fu arrestata dai carabinieri di Pietrasanta: sottoposta ai domiciliari nella villa di via Ficalucci, a Marina di Pietrasanta, nel 2013 fu di nuovo arrestata per evasione.