Ma su Facebook l’idea dei giganti di cartapesta “blindati“ non piace

Dagli sfottò ai commenti sui social, gli amanti di Burlamacco difendono la tradizione di vedere i dettagli che cambiano

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Qualche anno fa, un uomo che a maneggiare le parole aveva pochi rivali disse che "gli italiani vanno alla guerra come se fosse a una partita di calcio e vanno a una partita di calcio come fosse una guerra". Quell’uomo era Winston Churchill, e chissà che diavolo si sarebbe inventato se avesse potuto ammirare il rapporto che c’è tra i viareggini il Carnevale. Ieri, appena ha iniziato a diffondersi la notizia dei carri ‘blindati’, l’indignazione social (come la chiamano gli esperti) è esplosa in tutto il suo vigore. E per qualche ora, pure il Covìd è passato in secondo piano nei post, commenti e condivisioni degli utenti. "Possiamo anche capire la scelta della Fondazione in previsione di uno slittamento forzato del Carnevale – la posizione della pagina satirica ‘Cari Brutti’ – però, se si pensa che al turista che non vede le opere in costruzione aumenti la voglia di Carnevale, siamo sulla strada sbagliata. Siamo genuinamente dispiaciuti di questa decisione e ci mancheranno infinitamente gli scoop e le novità dalla Cittadella". E mentre qualcuno prova a far decollare l’hashtag #sialleanteprimedicarnevale, la novità partorita dalla Fondazione trova poca sponda tra gli amanti di Burlamacco. "A me questa cosa del blindare non piace – scrive Luca Giannini – è il miglior modo per far crollare la curiosità e l’interesse". Sulla stessa lunghezza d’onda c’è Paola Cresci: "Era veramente bello seguire quasi in tempo reale l’avanzamento dell’opera, vedere come viene progettata e realizzata con tutte le tecniche utilizzate. Da una profana, era sorta di avanspettacolo del corso mascherato. Veramente un peccato e a mio avviso un’occasione persa per mantenere viva l’attenzione sulla manifestazione". Mentre per Valerio Bandoni "blindano i carri per non far perdere il gusto della sorpresa, non sapendo quando si potrà fare il Carnevale. Chi verrà, avendo già visto i carri?".

"Se le anteprime ‘danneggiano’ la manifestazione – si domanda Alessandro De Plano – come si spiega il record di incassi degli ultimi anni?". E c’è pure chi se la prende direttamente con la Fondazione. "Mi fanno passare la voglia di Carnevale, non mi è mai successo in vita mia – scrive Walter Pulvirenti –; c’è una marea di gente interessata ed è anche pubblicità gratuita".

DanMan