Viareggio, "beccati" dalle telecamere i ladri dell’orologio-tesoro di Leclerc

Nei filmati c’è la fuga rocambolesca della coppia che ha derubato il pilota monegasco della Ferrari. Ora i carabinieri hanno una pista per arrivare all’identificazione dei malviventi

Leclerc e, nel riquadro, l'orologio

Leclerc e, nel riquadro, l'orologio

Viareggio, 30 aprile 2022 - Sono riusciti a fuggire dal pilota Charles Leclerc, che a bordo del suo Ferrari ha provato a inseguirli, ma sono stati catturati dall’obiettivo di una telecamera di videosorveglianza. Nelle mani dei carabinieri della compagnia di Viareggio, guidati dal comandante Edoardo Cetola, c’è adesso la sequenza della fuga rocambolesca della coppia di insospettabili malviventi che la sera di Pasquetta, con la scusa di una foto ricordo, ha avvicinato il pilota di Formula Uno in via Salvatori, da un mese al buio in attesa della sostituzione delle lampade, e poi l’ha derubato dell’orologio.

Un prezioso modello di Richard Mille, rosso Ferrari, che i collezionisti stimano possa valere addirittura due milioni di euro. Un cronografo unico al mondo, dal peso di appena 32 grammi realizzato con un mix di materiali di alto pregio e resistenza quali titanio grado 5, nanotecnologie al quarzo rosso e equipaggiato con il cinturino più leggero mai creato dal marchio. Anche i meccanismi sono piccoli capolavori di precisione e robustezza. Un modello tanto prezioso quanto difficile, adesso, da piazzare sul mercato nero.

Dell’orologio-tesoro, per il momento, dunque non c’è traccia. La refurtiva scotta ancora troppo per essere proposta. Ma del profilo dei due ladri è rimasta invece una traccia, non troppo nitida, in uno dei video, tra gli oltre novanta acquisiti dai carabinieri in Darsena e nelle zone limitrofe, visionati proprio in queste ore dai militari che indagano sul caso.

Secondo quanto trapela dagli ambienti investigativi nel filmato si vedrebbero i due malviventi in sella ad uno scooter, di cui è stato facile riconoscere il modello ma per il momento non ancora il numero di targa, durante la fuga precipitosa, agevolata dal buio delle zona. Grazie al casco, che entrambi indossavano, non è facile per il momento ricostruire un identikit preciso dei due. Ma la pista c’è, e i carabinieri adesso sono pronti a premere sull’acceleratore per chiudere il caso.