Lavorazione del marmo. Sindacato e industriali plaudono all’obiettivo 50%

Mattei (Fillea Cgil): "Ottimo togliere la possibilità di scavare questa materia a chi non ne dà un ritorno diretto sul territorio. E’ il momento di ripartire" .

Lavorazione del marmo. Sindacato e industriali plaudono all’obiettivo 50%

Lavorazione del marmo. Sindacato e industriali plaudono all’obiettivo 50%

"La lavorazione in loco del marmo estratto è un punto di partenza fondamentale per rilanciare il settore dopo i duri anni di pandemia e guerra". Il segretario generale Fillea Cgil di Lucca, Michele Mattei (nella foto) è soddisfatto di quanto dichiarato nei giorni scorsi da Fabrizio Palla, presidente della sezione lapidei di Confindustria Toscana Nord, circa la legge regionale che impone che almeno il 50% del materiale lapideo estratto venga lavorato in loco. "Ribadiamo che, come organizzazione sindacale – comincia – abbiamo sempre posto questa come la strada per dare futuro a questo settore. La valorizzazione di questo prodotto sta nella materia prima, quanto nell’arte della sua trasformazione e siamo convinti anche noi come Fillea Cgil che debba essere dato sempre più risalto alla trasformazione nel nostro territorio. Come distretto versiliese, realtà caratterizzata maggiormente da laboratori e segherie con cave all’interno del Parco delle Alpi Apuane e quindi soggette a maggiori limitazioni, siamo soddisfatti della percentuale raggiunta ed apprezziamo che il rappresentante degli industriali dichiari quanto detto qualche giorno fa. Nell’ottica di una convivenza tra ambiente e lavoro, l’obiettivo di ottimizzare la resa di quanto scavato diventa un focus essenziale per gli anni a venire e siamo pronti, come sindacato, a fare la nostra parte affinchè l’attuale percentuale di lavorazione in loco possa essere ulteriormente migliorata. La legge 352015 ha dettato le linee guida del settore del marmo in Toscana e la filiera corta ne è la miglior conseguenza possibile".

"Troviamo corretto – prosegue Mattei – togliere la possibilità di scavare questa materia a chi non ne dà un ritorno sul territorio, né in termini occupazionali né in termini sociali e senza valorizzazione di una risorsa non riproducibile. Le aziende del distretto versiliese in questo senso si sono adeguate, si può fare sicuramente di più, si può fare sicuramente di meglio considerati anche i duri anni che tra pandemia e guerra continuiamo a vivere. Ma se non altro – conclude il rappresentante sindacale – apprezziamo l’essersi posti un obiettivo che può dare un futuro a questo settore".