"Il nostro arresto è sproporzionato" Ma ora il Senato chiede loro i danni

Parlano gli attivisti di “Ultima Generazione“ protagonisti del blitz di martedì scorso contro Palazzo Madama. Tra i tre finiti in manette (altri due sono stati solo denunciati) c’è anche il camaiorese Alessandro Sulis

VERSILIA

"L’arresto è stato eccessivo, a nostro modo di vedere, perché noi abbiamo spruzzato vernice lavabile sulla facciata del Senato che infatti è già stata pulita. Questo sarebbe un imbrattamento invece è stato interpretato come un danneggiamento, per cui vale l’arresto in flagranza, cosa che non vale per l’imbrattamento. Quindi è stata un’interpretazione eccessiva secondo molti legali che si sono espressi sul tema. Tra l’altro il presidente di Palazzo Madama, Ignazio La Russa, ha detto che il Senato si costituirà parte civile, questo è imbarazzante, si dichiarino colpevoli per crimini contro l’umanità e noi siamo la parte civile in questo processo che è il processo del secolo". È quanto sostiene e afferma Laura Paracini, attivista di “Ultima generazione“, arrestata martedì per il blitz degli ambientalisti al Senato e subito rimessa in libertà, dopo la convalida dell’arresto, con l’accusa di danneggiamento aggravato.

Con lei sono stati arrestati anche Davide Nensi e il camiorese Alessandro Sulis, mentre altri due attivisti sono stati denunciati. "La nostra linea di azione non è mai cambiata, questa è la prima volta che riceviamo questo tipo di copertura per un’azione diretta a un palazzo del potere – osserva Alessandro Sulis – Abbiamo già fatto molte azioni, l’ultima è solo quella che ha avuto più impatto sui media. Continueremo ad andare avanti e a mischiare diverse forme di disobbedienza civile".

Ma sulla loro azione continuano le polemiche. Anche perché, comunque, sebbene la facciata di Palazzo Madama sia sta prontamente ripulita, il fatto resta grave. Come hanno sottolineato esponenti politici anche di opposti schieramenti. Con una risposta che ha spiazzato anche gli stessi attivisti di “Ultima generazione“. Il Senato, infattim, ha deciso di non blindarsi, ma è pronto a chiedere i danni agli ambientalisti che hanno lanciato vernice sulla facciata di Palazzo Madama. Ad annunciarlo la seconda carica dello Stato, Ignazio La Russa, che a pochi giorni dal blitz dice no a "pene esemplari o reati specifici", ma sceglie la costituzione in parte civile nel procedimento contro i responsabili "per chiedere il ristoro dei danni materiali e morali". Cinque in tutto – tutti appartenenti al gruppo “Ultima generazione“, protagonista da tempo di blocchi stradali e incursioni nei musei per denunciare l’emergenza clima.

Sono tutti accusati di danneggiamento aggravato, nei loro confronti il pm aveva chiesto l’obbligo di dimora. Il processo comincerà il 12 maggio. Resta scettico solo il M5s (con la vicepresidente del Senato, Mariolina Castellone) che condanna il gesto ma teme strumentalizzazioni e soprattutto il rischio che, chiedendo anche i danni all’immagine dell’istituzione, la portata del processo si amplifichi oscurando il valore dimostrativo dell’azione pro clima.