"Giani dà incentivi alle imprese e non si cura dello sfruttamento"

Braccini (Fiom Cgil) denuncia di nuovo terribili condizioni di lavoro all’Azimut Benetti: "Solo un addetto su dieci è assunto dall’azienda, gli altri sono in appalto e subappalto per appena 15 mila euro all’anno"

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La cantieristica solca i mari e macina milioni, ma la Fiom Cgil vede il lato brutto della fiaba marinaresca. "Tutti – scrive il segretario Massimo Braccini – sono informati delle condizioni di sfruttamento e arretramento dei lavoratori nel settore della nautica, ma la Regione vanta solo di impegnarsi a individuare incentivi all’impresa senza vincolarli, attraverso accordi con il sindacato, al miglioramento della sicurezza, delle retribuzioni, alle assunzioni dirette e per un nuovo modello di sviluppo".

"Fa piacere che tra il gruppo Azimut Benetti, il più importante cantiere nautico al mondo, la Regione ed alcuni Comuni sia stato firmato un protocollo d’intesa sugli investimenti, ma è poco comprensibile la posizione delle istituzioni, perché sembra favoriscono interessi a senso unico. Non bastano gli investimenti, pur importanti, ma anche come si lavora, o il settore non avrà futuro. Le istituzioni a quanto pare sposano in pieno la linea dell’impresa, senza convocare un tavolo con le organizzazioni sindacali, sembra che conti solo il capitale ed i lavoratori siano un’ appendice, una merce. Dicono che Azimut Benetti dà lavoro a 5000 lavoratori, ma non dicono che solo uno su dieci è dipendente, mentre tutto il resto sono appalti di sub appalti, in un rapporto così alto mai visto. La gran parte di questi addetti lavorano 10 ore al giorno per sei giorni la settimana e guadagnano, se va bene, 15.000 euro all’anno. Molti lavoratori provengono da paesi stranieri ed il loro permesso di soggiorno spesso è legato al lavoro. In questo modello in pochi si arricchiscono, mentre tanti sono sfruttati. Dare incentivi senza chiare linee di indirizzo e non ponendo vincoli, vuol dire favorire un modello di sviluppo non solo distorto, ma anche preoccupante per le prospettive, perché facilmente esportabile. Mancano le professionalità, lo dicono le stesse imprese, ma allora bisogna tornare alla politica delle assunzioni dirette da parte dei cantieri, se non ora quando, e creare un diverso rapporto tra ditte in appalto e dipendenti diretti".

"La nautica è un settore del lusso, ricco, si producono yacht da sogno, non è accettabile che i lavoratori subiscano queste condizioni di arretramento e che vi siano incentivi alle imprese senza nemmeno gettare le basi per dare garanzie ai lavoratori ed alle prospettive delle aziende – conclude Braccini – La Regione con la nuova giunta Giani, sul settore ha abbandonato la via del dialogo con le parti sociali, il tavolo sulla nautica da due anni non è più stato convocato. La Fiom sarà puntuale sulla protesta e sull’azione sindacale, ma anche sulla proposta, aperti a qualsiasi tavolo di confronto in ogni sede per contribuire a favorire uno sviluppo fondato anche

sulla funzione sociale dell’impresa, nell’interesse dei lavoratori e della collettività".

r.v.