Barricato in casa, "Gianluigi prima è venuto al bar col padre, era tranquillo..."

I Ragoni avevano fatto colazione insieme poche ore prima che in via Bohème scoppiasse l’inferno. I racconti dei torrelaghesi

La folla durante l’assedio a Gianluigi barricato in casa: ieri nei bar di Torre del Lago

La folla durante l’assedio a Gianluigi barricato in casa: ieri nei bar di Torre del Lago

Torre del Lago, 21 gennaio 2022 - "Erano le 12,30 di mercoledì e Gianluigi è venuto al bar col padre: era tranquillo", afferma il titolare del bar vicino casa. Inimmaginabile il cambiamento di lì a poche ore. La mattinata era iniziata in maniera tranquilla, seppur nei limiti di un paziente psichiatrico. Al bar sfogliava una rivista di motori, e diceva di volerne comprare uno, anche se è chiaro che non potesse guidarlo. Poi si è animato con la politica: parlava dell’elezione della presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola. "Una donna, di Malta, mi piace", riferiscono i presenti. Facile il collegamento con l’elezione del presidente della Repubblica. "Berlusconi non è degno", ha affermato, mentre "la Casellati, una donna, lei sarebbe la persona giusta".

Un anticipo di quello che Ragoni avrebbe detto nel pomeriggio, quando delirava dal terrazzo "devo farlo io il presidente della Repubblica, non Berlusconi". Ma chi lo vedeva al bar aveva avuto il sentore che qualcosa fosse nell’aria. Negli ultimi tempi la sua situazione era peggiorata, racconta chi lo vedeva spesso, da quando era stato ricoverato qualche mese fa. E l’impressione era che dovesse scoppiare da un momento all’altro. Un problema per gli avventori dei bar "cercava lo scontro verbale, provocava", e un problema per i titolari, che in alcuni casi si erano trovati costretti a allontanarlo. "E lui per tutta risposta ci faceva delle telefonate anonime".

Già qualche giorno fa, l’11 gennaio, aveva avuto un alterco con un cliente all’interno di un bar, una miccia accesa dallo stesso Ragoni per un futile motivo. Una situazione che aveva portato il titolare del bar a chiamare le forze dell’ordine, che con un rimpallo di competenze, erano arrivate 40 minuti dopo senza trovarlo più, raccontano. "Si poteva intervenire prima", ripetono in un altro bar molto frequentato. Ma l’impressione è anche "che in questo periodo non stesse prendendo le medicine giuste o che non le prendesse per niente", racconta chi lo aveva visto in tutti questi anni. E lui stesso affermava "io sono pazzo, lo sai?". Ci sono però anche dei lati positivi nella vita di Ragoni. Lasciava i soldi in sospeso al bar per i bambini che non ne avevano o comprava loro una marea di Chupa Chups. E poi il rapporto col padre, cui è legatissimo. "Il padre adorava il figlio, e il figlio adorava il padre", dice chi li conosce bene. Il padre sapeva come era fatto il figlio e cercava di smussarne gli angoli, annuendo spesso con la testa quando erano seduti al bancone del bar. La madre invece, morta alcuni anni fa, viene descritta come una persona strana. Ma spesso, strano, è semplicemente chi non si conosce.

Quanto accaduto ora è argomento fisso dei bar di Torre del Lago. "Non capita tutti i giorni che parlino di Torre del Lago al Tg5 – dice una barista – la strada bloccata, i residenti barricati in casa. E chi doveva rientrare impossibilitato a farlo". E poi anche le luci della ribalta per i comuni cittadini, "hai visto ieri in televisione? Mi hanno intervistato", dice un uomo al vicino di tavolo. Quindici minuti di notorietà per tutti, diceva Andy Warhol.

Alice Gugliantini