Carnevale Viareggio, il triste giorno senza corso. Hangar chiusi e poca gente

I carri sono pressoché finiti, ma non c’è stata la solita corsa contro il tempo dell’ultima notte prima della sfilata. "Ci vediamo a settembre, in tempi migliori"

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Viareggio ha vissuto il suo primo giorno di Carnevale “virtuale” sotto un cielo minaccioso che ha fatto felici coloro che, goliardicamente, si erano augurati una brutta giornata. Così alla casa di Burlamacco, in Cittadella, si sono affacciati pochi incuriositi appassionati, nel complesso delusi, dato che di hangar aperti nell’arco dell’intera giornata ce ne sono stati quattro o cinque al massimo. In Passeggiata la bandiera Burlamacca sventolava cullata dalle note carnevalesche mentre le palme brillavano ancora impreziosite dalle luci del passato Natale. Hangar quindi per la quasi totalità sbarrati, ma animati dalle luci di chi, sfilata o non sfilata, aveva tempi e contratti da rispettare. "In tutta onestà – ammette Luciano Tomei – l’adrenalina dell’ultima giornata di lavoro, con annessa nottata davanti al carro, è mancata". Concetto ribadito da Roberto Vannucci: "Abbiamo lavorato con meno apprensione e questo è innegabile. Posticipare il Carnevale è stato un bene; peccato solo che – aggiunge con un sorriso – per la prima volta, da quando ho memoria, non potrò festeggiare il mio compleanno, il 15 febbraio, proprio durante il periodo più magico dell’anno".

Invece per Marzia Etna il rinvio è stato un segnale. "Ho perso un mese di lavoro – premette – causa Covid e così mi sono affidata tantissimo alle braccia di mio marito Giancarlo e di mio figlio Matteo. Il Carnevale caratterizza la mia vita da 35 anni e mi ha voluto aspettare". La chiosa finale è del giovane artista Matteo Raciti: "Due giorni fa gli hangar erano tutti aperti; allora ho chiuso gli occhi e per qualche secondo ho veramente pensato che tutto fosse tornato alla normalità".

Il pensiero di tutti corre anche al compianto Franco Malfatti e alla sua costruzione che, nei piani della Fondazione, dovrebbe sfilare fuori concorso. "Apprezzo molto la volontà espressa dalla Fondazione – dice la moglie Erica –. È una speranza che nutro anche io, per onorare Franco, ma al momento non posso darne ancora la certezza".

Sergio Iacopetti