"Alcuni ambientalisti in mala fede L’ultima parola spetta alla Regione"

Il presidente del Parco difende gli studi del Piano integrato: "Dobbiamo adeguarci alle novità di legge intervenute dopo il 1976. A Torre del Lago sarà sempre il nostro ente a dire cosa si può fare, e cosa no"

Migration

di Beppe Nelli

Come sempre quando si tenta di cambiare qualcosa all’interno del Parco di Migliarino e S.Rossore, scoppiano dissidi e dissensi da parte degli ecologisti e dalle parti politiche. Curiosamente la politica tace sullla redazione in corso del nuovo Piano integrato. Ma le associazioni hanno già sollevato gli scudi, in Versilia e nel Pisano. C’è da chiedersi se le novità annunciate da Lorenzo Bani (foto in alto) vedranno mai la luce. Il presidente Lorenzo Bani perciò accetta di fare chiarezza, ma si leva un sassolino dalla scarpa: "Non apprezzo certe posizioni ambientaliste per cui noi staremmo svendendo il Parco. Sono cose assurde e un po’ in malafede".

Lorenzo Bani sottolinea come il lavoro preparatorio del Piano integrato sia conosciuto ai diretti interessati: "Abbiamo fatto 11 incontri territoriali; abbiamo ricevuto 500 osservazioni; il garante regionale della partecipazione farà una relazione. Sono tutte cose che accompagnano la predisposizione del Piano, che però sarà adottato dalla Regione".

"I nostri progettisti – precisa Giani – hanno fatto un lavoro che tiene conto dei cambiamenti socioeconomici intervenuti in 50 anni. Lo scopo è avere nuovo sviluppo. E per questo abbiamo incontrato i sindaci, e le associazioni degli ambientalisti, degli agricoltori, dei cacciatori. Noi acquisiamo tutto, lo mandiamo a Firenze, e la Regione decide. Però respingo l’accusa di svendere il Parco. Per esempio, quando si parla di Marina di Torre del Lago, pensiamo a una zona che resterà all’interno del Parco rimanendo area D, vocata allo sviluppo economico e sociale: come tale, sarà il Parco a dire cosa si può fare e cosa no. Abbiamo ipotizzato di trasformare la Marina di Levante in area contigua, ma sono gli stessi balneari della zona che presenteranno un’osservazione per rimanere area interna al Parco. Lo hanno detto durante l’incontro che ho avuto con loro e la Confesercenti. Per loro, essere dentro al Parco è un valore".

Le due Marine sono un po’ l’emblema della rivoluzione del Parco: quella di Levante, come l’area contigua, passerebbe sotto la potestà urbanistica del Comune e, curiosamente, l’associazione balneare preferirebbe rimanere sotto il Parco. La Marina di Torre del Lago resterebbe area interna del Parco, con più concessioni per lo sviluppo economico, mentre da decenni l’imprenditoria torrelaghese vorrebbe uscire dal Parco. E nel mezzo c’è il progetto comunale della Ciclovia Tirrenica attraverso la Lecciona, contestato sia dal Parco che dagli ambientalisti.

"Il problema – aggiunge Bani – è che ormai ci devono essere delle trasformazioni coerenti. Il Piano integrato si adegua alle leggi regionali e nazionali che sono state approvate dopo la sua istituzione nel 1976. Per esempio, la legge regionale 6514 riguarda le opportunità per le zone rurali e non rurali. Bisogna che tutti capiscano che quello che stiamo facendo resta nel solco della legislazione toscana. E dunque le prescrizioni del Parco saranno sempre presenti. L’articolo 124 della legge regionale 30 relativa al Parco di S.Rossore stabilisce che le prescrizioni del Parco hanno valore prevalente sui piani strutturali dei Comuni. Ecco perché gli ambientalisti sollevano falsi problemi: ambiente e sviluppo possono coesistere, mentre le polemiche non aiutano né l’uno né l’altro".