Santopadre-Alvini, la nuova coppia del Grifo

La squadra, scottata dalla retrocessione, oggi riparte in B "con l’obiettivo di mantenere la categoria", ma con "idee, entusiasmo e orgoglio"

Massimiliano Santopadre (Foto Crocchioni)

Massimiliano Santopadre (Foto Crocchioni)

Perugia, 21 agosto 2021 - Un anno in apnea, a testa bassa. Dal 14 agosto al 2 maggio, dalla retrocessione in serie C alla promozione in serie B. Oggi Massimiliano Santopadre, presidente del Perugia, è pronto per una nuova avventura in cadetteria. Al suo fianco, i dirigenti scelti la stagione scorsa, quella della rivoluzione, Gianluca Comotto, direttore generale, e Marco Giannitti, direttore sportivo.

La ripartenza sarà a fari spenti. Niente proclami, con un obiettivo da raggiungere: la salvezza, per non cadere più nelle sabbie mobili della serie C. "Ho chiesto all’allenatore di salvaguardare la categoria, ho toccato di nuovo con mano quello che succede, anche a livello economico, in C, me ne ero dimenticato dopo 6 anni di B: fa male, l’ho capito, quindi ho messo come primo obiettivo quello", ha spiegato il numero uno del Perugia dopo il divorzio da Fabio Caserta, il tecnico che ha riportato la squadra in B. "Mantenere la categoria è importante, poi non mettiamo limiti alla provvidenza, non è vietato sognare".

Sì, ma chi è il nuovo tecnico del Perugia? "Ci siamo affidati ad Alvini, che si è mostrato onorato di allenare qui, e questo è per me un dato importante: sono convinto di aver fatto la scelta giusta, poi vedremo con i fatti, tanto parla il campo". Scottati dalla "fuga" di Caserta verso altri lidi, quello di Benevento, fresco di retrocessione dalla serie A, il Perugia ha puntato su Max Alvini, un curriculum che parte da lontano, una lunga gavetta, con tanti successi ma non sotto i riflettori.

Ora Alvini, dopo l’esperienza alla Reggiana, tra grandi sogni e bruschi risvegli, prima la promozione in B e poi la retrocessione, è pronto a sognare con il Perugia. "Quando ero in Eccellenza e facevo il rappresentante di scarpe, tornando in Toscana dalle Marche passavo davanti al Curi illuminato e sognavo di allenare il Grifo. Un orgoglio essere erede di Castagner, del mio amico Sarri e di Cosmi", ha dichiarato il suo primo giorno in biancorosso. "Noi siamo il Perugia – ama dire Alvini – a me più dell’avversario interessa vedere quello che facciamo noi".

Orgoglio sì, ma anche tanto lavoro, idee, applicazione massima, organizzazione, cura dei dettagli, niente lasciato al caso: questo quanto fatto vedere dal Grifo nelle prime uscite di questo pre campionato, anche nel difficile campo di Genova, in Coppa Italia.

Francesca Mencacci