Perugia-Caserta, sempre più insieme

Il tecnico a Sportivissima: "Se voglio restare? Assolutamente. La scelta di Minelli: ecco come è andata. A Padova ho sbagliato"

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di Francesca Mencacci

Fabio Caserta è sotto i riflettori. Il tecnico biancorosso ha sposato un anno fa un progetto difficile tanto quanto stimolante. Oggi sorride, ha tagliato un traguardo fondamentale per il suo futuro e per quello del Grifo: con la promozione in B ha cancellato la sua retrocessione e quella del Perugia. Ha fatto un lavoro immenso, soprattutto ha creato un gruppo. "Ho fatto questa scelta con la consapevolezza di trovare delle difficoltà ma mi piacciono, sono sempre stato in piazze calde. Sapevo a cosa andavo incontro - racconta Caserta alla trasmissione Sportivissima di Retesole -. E poi quando arriva una vittoria all’ultima giornata è un’emozione unica che non si può descrivere, la vittoria è ancora più bella. Se è stato un colpo di fulmine? Sì, potevo andare in altre piazze importanti ma non è scoccata la scintilla. Con la società mi sono visto una sola volta. Ci sono cose che si sentono a pelle". Con il salto di categoria Caserta ha prolungato il suo contratto fino al 2023. Il tecnico ha sempre rimandato il discorso sul futuro, stavolta fuga i dubbi. "Quando finisce un anno entusiasmante ci si siede per parlare di programmi, di cosa è andato e cosa non è andato. È normale che in un anno non vada tutto bene. Ci sono e ci saranno sempre problematiche".

La volontà è rimanere?

"Assolutamente. In questo momento è anche cercare di vincere la Supercoppa, è l’obiettivo primario. Dobbiamo fare 20 giorni di ulteriori sacrifici. Poi avremo il tempo di rilassarci e pensare al futuro. La cosa più importante era portare il Perugia in B, di quello che verrà parleremo in tutta tranquillità con la società quando tutto finirà".

Il gruppo base è importante anche per la B?

"Bisogna vedere chi vorrà rimanere e chi vorrà andare via. A Perugia i calciatori fanno la fila per venire, valuteremo a bocce ferme". Il duello Minelli-Fulignati e la trasferta di Padova: due nodi che Caserta scioglie. "Il portiere gioca o non gioca. La scelta di cambiare Fulignati è stata sofferta: Andrea ha fatto degli errori ma è partito con tanto entusiasmo, ha fatto delle ottime gare ed è stato fin troppo bersagliato. Ad un certo punto non l’ho visto più sereno. Con Minelli sono andato sul sicuro, è affidabile. Andrea ha accettato la scelta, rispettandola. Ha sempre dato una mano anche a Minelli". L’onestà e il mea culpa per la sfida di ritorno a Padova. "Forse l’errore l’ho fatto io preparando la partita in un determinato modo, dando un segnale alla squadra che fosse importante non perdere. Segnale negativo". Ma quello che conta è il risultato al triplice fischio, il 2 maggio.