Omicidio Polizzi, Valerio Menenti scarcerato per un “cavillo”

. L'uomo: "Ma non riesco a gioire"

Tribunale (foto d'archivio)

Tribunale (foto d'archivio)

Perugia, 22 maggio 2019 - «SE SONO contento? Non è la parola giusta. Qui non è contento nessuno. Come si fa a parlare di felicità in una situazione del genere. Sarebbe inopportuno. Perché tutti, da una parte e dall’altra, proviamo delle sensazioni che sono di estremo dispiacere e sconforto. E basta». Valerio Menenti parla a La Nazione dopo sei anni, per la prima volta da uomo libero, dopo la condanna (a 30 anni in primo grado e a 18 anni in appello) perché considerato il mandante dell’omicidio di Alessandro Polizzi e del tentato omicidio di Julia Tosti, materialmente eseguiti da suo padre Riccardo la notte del 26 marzo del 2013. Il tatuatore di Ponte San Giovanni è stato scarcerato lunedì sera in esecuzione di un’ordinanza emessa dal Tribunale del Riesame di Firenze: la prima telefonata l’ha fatta alla madre Tiziana e poi ai suoi legali Manuela Lupo e Francesco Mattiangeli.

«Valerio l’ha saputo prima di noi», commentano gli avvocati che hanno appreso la notizia direttamente dal ragazzo, prima che i giudici depositassero ieri mattina la loro decisione. Un pranzo con i familiari, «un semplice piatto di pasta con quello che avevamo in casa e poi mi sono messo a letto», Valerio è di poche parole ma risponde con cortesia quando gli si chiede cosa abbia provato quando le porte del carcere si sono aperte per lui, e questa volta in direzione della libertà: «Io aspetto solamente che questo processo venga chiuso, nel pieno rispetto della legge».

«Non starò in uno stesso posto, mi sposterò. Starò con la mia famiglia, del resto in un momento come questo è la prima cosa che vuoi fare, l’unica. Ma ancora sono in una specie di bolla non so nemmeno io bene cosa provo», risponde così quando gli chiediamo se si trovi a Perugia o a Todi. Del resto al momento per lui non esiste più alcun obbligo. Con il decadere della misura cautelare è libero di andare dove vuole. La difesa innanzi ai giudici toscani aveva impugnato l’ordinanza emessa dalla Corte d’Appello di Firenze, sostenendo che un giudice diverso da quello che ha redatto le precedenti sentenze non potesse recuperare la sospensione del decorso dei termini di custodia cautelare in mancanza di un provvedimento da parte dei successivi giudici. Un fatto squisitamente tecnico al quale i legali si sono appellati quando l’ordinanza necessaria è «stata pronunciata – scrive il presidente Elisabetta Maria Pioli (Magi e Tarchi, a latere) – quando i termini massimi di durata della custodia cautelare propri della fase di appello erano decorsi, con conseguente perdita di efficacia della misura stessa». «Siamo soddisfatti della scarcerazione di Valerio – commentano i legali Lupo e Mattiangeli –. Confidiamo nell’assoluzione a Firenze, nel processo bis disposto dalla Cassazione. La sentenza dovrebbe essere emessa il 19 giugno».