Un centimetro e mezzo (pari a 1,5 mln di metri cubi) ogni dieci giorni, ovvero 4,5 centimetri in un mese. Se la tubazione rimanesse attiva per tutto l’inverno – questo dice la matematica, ma la pratica è sempre un altro paio di maniche – il lago potrebbe crescere di circa dieci centimetri all’anno, pari ad un metro nel decennio. Questo è quanto potrebbe avvenire se l’acqua dell’invaso di Montedoglio venisse utilizzata per migliorare le condizioni del lago Trasimeno. Ma se sarà possibile o meno farlo lo diranno gli esperti dell’Università di Perugia attraverso uno studio che avrà al centro non solo il campionamento delle acque di Montedoglio, ma anche le "prime ipotesi e verifiche ai fini di un’eventuale adduzione delle stesse per contribuire all’innalzamento del livello idrometrico del lago".
Il tutto sarà fatto attraverso un accordo di collaborazione con il Dipartimento di Chimica dell’ateneo, per il quale nei giorni scorsi è già arrivato il benestare alla sottoscrizione da parte della Regione, su proposta dell’assessore Roberto Morroni. "Con l’accordo – è scritto nella delibera di Giunta Regionale – si intende avviare un’attività di campionamento delle acque provenienti dall’invaso di Montedoglio in corrispondenza di punti idonei delle strutture idrauliche adduttrici esistenti realizzate dall’Ente Acque Umbre e Toscane (EAUT) per stabilire lo stato fisico, chimico e biologico delle acque (periodo estivo)". Il tutto esaminando in particolare parametri microbiologici e fauna ittica; poiché il rischio da non correre è che nel Trasimeno finiscano specie pericolose per l’ecosistema del lago.
Intanto la consigliera regionale del Partito democratico Simona Meloni rilancia: "In una condizione di grande difficoltà del Trasimeno, che oggi misura meno 130 centimetri sullo zero idrometrico, l’idea di un apporto idrico emergenziale e straordinario dalla vicina diga di Montedoglio in provincia di Arezzo". Per Meloni "la soluzione tecnica passa da un necessario accordo tra Regione Umbria e Regione Toscana per l’utilizzo degli sfiori della diga di Montedoglio, particolarmente significativi nella stagione invernale, soprattutto oggi che l’invaso artificiale necessità di una nuova lunga operazione di collaudo dopo la ricostruzione dei due conci dello scarico di superficie avvenuta a dicembre del 2012". Anche il consigliere regionale Valerio Mancini ha fatto visita al lago: "Nessuno – spiega – ha mai messo in campo in modo risolutivo soluzioni che sono a portata di mano, non servono scavi e burocrazia, è sufficiente alimentare il torrente Paganico per portare l’acqua in eccesso della diga di Montedoglio al Trasimeno. Non ci sono più scuse".