SOFIA COLETTI
Cronaca

Mellone "UmbriaLibri è tornata al centro"

Il direttore artistico traccia il bilancio dell’edizione di Perugia e guarda al futuro. "Una festa culturale libera e policentrica"

Perugia

"Si, sono davvero soddisfatto, anzi direi entusiasta. Abbiamo riportato UmbriaLibri al centro, sia fisicamente che all’attenzione delle persone". Il direttore artistico Angelo Mellone (foto sopra) parla con entusiasmo dell’edizione da record che si è appena conclusa e che nel week-end ha fatto di Perugia una piccola capitale della letteratura senza confini. Con incontri, spesso e volentieri da tutto esaurito, presentazioni e la mostra mercato dell’editoria regionale che per il secondo anno consecutivo si sono tenuti nell’acropoli cittadina, lasciando la sede di San Pietro.

Mellone, ci tratteggia un bilancio di UmbriaLibri?

"Avevamo un cartellone molto forte per qualità dei nomi e pluralità dell’offerta: solo domenica alla Sala dei Notari abbiamo avuto Selvaggia Lucarelli, Matteo Nucci, Giulia Caminito e Irvin Welsh, ognuno con il suo pubblico: quattro eventi per mille persone. Ma c’è anche una questione quantitativa: abbiamo proposto 50 incontri con 60 ospiti in 8 location, abbiamo inaugurato San Francesco al Prato e la Galleria Nazionale, è anche un modo per fare turismo culturale. Come partecipazione calcoliamo 5mila presenze. Altro dato: complice il meteo, gli editori umbri sono rimasti molto soddisfatti, ne sono felice".

Insomma, UmbriaLibri fa bene alla città, anche come impatto economico e turistico..

"Penso proprio di sì, gli alberghi erano pieni, i commercianti contenti, la gente è arrivata da tutta l’Umbria e da fuori regione, gli ospiti ci hanno mandato messaggi di ringraziamento. Per tre giorni UmbriaLibri è stata una festa culturale che ha occupato pacificamente il centro e Perugia ha offerto un’immagine civile e serena. Io e il mio staff, con Andrea Di Consoli, Andrea Caterini e Anna Voltaggio, siamo felicissimi, ringrazio Sviluppumbria per le capacità organizzative".

Ma c’è qualcosa che non è andata, qualche punto d’ombra?

"La comunicazione, perché saremmo dovuti partire due settimane prima ma non abbiamo potuto. E’ anche vero che se avessimo dato maggior enfasi comunicativa all’evento poi non avremmo saputo dove mettere le persone. Vorrei anche un maggior dialogo con l’Università, mi piacerebbe lavorare con l’Ateneo. E bisogna dare una formula nuova al Premio Severino Cesari. E poi c’è stato confronto bello e sincero con gli editori umbri, abbiamo raccolto il loro desiderio di essere coinvolti fin dall’inizio nel processo creativo di UmbriaLibri, è un impegno che ho preso".

In quale direzione sta andando UmbriaLibri?

"E’ un lavoro iniziato due anni fa, con l’assessorato di Paola Agabiti che mi ha detto di allargare l’immagine di UmbriaLibri. Ecco, in questi anni la manifestazione si sta nazionalizzando senza perdere la radice originaria di fiera dell’editoria umbra. Mi auguro ci sia ancora qualche anno per strutturarla come festa culturale policentrica, che dura tutto l’anno e si apre alle scuole. E che con Umbria Jazz, il Festival dei Due Mondi e la Film Commission diventi la quarta gamba della sedia su cui poggia la politica culturale umbra. Servirebbero altri 3, 5 anni, spero ci sia il tempo per farlo".

Prossime tappe del progetto?

"Saremo a Terni dal 6 all’8 dicembre con un cartellone altrettanto forte e tre serate con musica, il monologo di un grande attore e l’incontro tra jazz e letteratura. Poi UmbriaLibri Politics a Perugia, l’edizione Love a Terni e sto pensando a un’edizione dedicata al Crime, ma in una nuova città. Tra un anno si tornerà a Perugia, anche con gli eventi serali".

Di cosa va più fiero?

"Credo che culturalmente UmbriaLibri sia la festa più pluralista che c’è, come linguaggi e orientamenti culturali. E’ una festa non ideologica, ma aperta, curiosa. Il nostro unico orientamento è di essere infinitamente liberi".