La diocesi non sarà smembrata: "Ma occorre cambiare strada"

Orvieto, il vescovo Sigismondi convoca il clero locale per far fronte alla crisi delle vocazioni

La diocesi non sarà smembrata: "Ma occorre cambiare strada"

La diocesi non sarà smembrata: "Ma occorre cambiare strada"

Una riforma del clero locale per far fronte alla crisi delle vocazioni che nella diocesi ha assunto dimensioni profonde e una riorganizzazione della Chiesa evitando quegli accorpamenti tra diocesi che sono stati annunciati dal Pontefice. A dettare la linea per il futuro è il vescovo Gualtiero Sigismondi che alla vigilia del nuovo anno pastorale, ha convocato il Presbiterio diocesano a Collevalenza, nella Casa del Pellegrino del santuario dell’Amore Misericordioso, per un’inedita assemblea. Presbiteri e diaconi hanno ascoltato con attenzione la riflessione del vescovo, alla luce dei tre anni dall’inizio del suo ministero. Un intervento puntuale, volto a sottolineare le difficoltà e i limiti riscontrati in questo tempo e a tracciare la rotta per una "conversione dello sguardo", di cui ha bisogno la vita pastorale; una conversione che vuol dire sia "cambiare strada", facendo un’inversione di marcia, sia "cambiare mentalità", rinnovando idee e comportamenti. Intanto c’è la buona notizia: è stata, per ora, scongiurata ogni ipotesi di accorpamento o smembramento della diocesi.

"Ciò che diverse diocesi in Italia stanno iniziando a sperimentare, la nostra Chiesa particolare l’ha già vissuto e, in larga parte, compiuto": esplicito il riferimento all’unificazione, risalente al 1986, delle diocesi di Orvieto e di Todi. C’è stato poi un richiamo alle difficoltà di relazione che ancora permangono tra le due comunità. "C’è ancora molto da fare – ha continuato – per superare l’illusione di essere ‘un solo corpo’ senza avere ‘un cuore solo e un’anima sola’ Nella consapevolezza che la diocesi ha il suo baricentro nel duomo di Orvieto, da sentire come propria dimora sia dai fedeli che dai pastori, occorre, dunque, vivere la spiritualità della comunione, anzitutto non disertando alcuni importanti appuntamenti ecclesiali".Proseguendo il suo intervento ha evidenziato come, oggi, la Chiesa particolare sia impoverita nel numero dei preti, delle persone consacrate e delle claustrali, e anche invecchiata nell’età media di coloro che vivono una qualche appartenenza ecclesiale. "È ormai tempo – ha affermato – di prendere la ferma decisione di varare le Unità pastorali, non agglomerati di parrocchie ancorate al proprio campanile, ma infrastrutture della conversione missionaria della pastorale".

Cla.Lat.