La ’colonia’ tifernate nelle Marche. Celebrati i 750 anni di Monte Ruperto

Rievocata in Comune la storia dell’enclave di Città di Castello in provincia di Pesaro. E il sindaco è "barone"

La ’colonia’ tifernate nelle Marche. Celebrati i 750 anni di Monte Ruperto

La ’colonia’ tifernate nelle Marche. Celebrati i 750 anni di Monte Ruperto

Tra le particolarità tifernati ce n’è una storica che fa del comune di Città di Castello l’unico in Italia dove il sindaco vanta anche il titolo di barone (di Monte Ruperto) a tempo determinato cioè, per la durata del mandato. E’ così da 750 anni: una pagina inedita che si tramanda di legislatura in legislatura e che stringe il legame col vicino territorio delle Marche. Ieri sala gremita in Comune per la giornata di studi dal titolo "La Baronia di Monte Ruperto: Origini e vicende storiche dell’enclave Umbra nel territorio delle Marche" e per l’occasione l’atrio del palazzo comunale era stato addobbato con candele profumate, antichi stemmi e figuranti.

Scorrono nella sala consiliare alla presenza del sindaco di Città di Castello Luca Secondi e dei colleghi di Apecchio e Sant’Angelo in Vado le pagine del passato. Questo connubio istituzionale-nobiliare nasce dal fatto che il comune tifernate è titolare di una piccola porzione di territorio, Monte Ruperto, che ricade nelle Marche. Una "enclave" ceduta in epoca medioevale dall’allora barone locale in segno di riconoscenza e oggi ricorrono 750 anni dall’istituzione di agevolazioni fiscali per gli abitanti dell’epoca. Il dibattito, interessante e foriero di ulteriori spunti e aneddoti, corredato da immagini inedite, ha visto gli interventi dell’ingegner Giovanni Cangi, che si dedica da tempo allo studio del territorio e di Leonello Bei, presidente dell’associazione Amici della Storia di Apecchio (la conferenza è stata coordinata dal giornalista Massimo Zangarelli). Fra il pubblico i rappresentanti della Compagnia dei Balestrieri in costume d’epoca, con Antonio Gnucci, 87 anni, tifernate, artigiano apprezzato e conosciuto, uno degli ultimi abitanti a lasciare la "baronia" negli anni sessanta: "Una emozione fortissima essere qui oggi a ricordare quegli anni trascorsi in quel luogo incantato fra il verde e la natura con la mia famiglia i miei affetti la mia vita. Sono orgoglioso di poter raccontare quei momenti", dice. Tra le curiosità: è storia documentata che nel 1274 gli abitanti di Monte Ruperto godessero di agevolazioni fiscali al punto da pagare solo "cinque soldi per focolare per casa da versare il 27 agosto di ogni anno". Il Baronato di Monte Ruperto, essendo in contrasto con le città limitrofe di Apecchio e Sant’Angelo in Vado, aveva inoltre chiesto e ottenuto protezione da Città di Castello: è probabile dunque che quando Monte Ruperto si unì alla città umbra non si trattasse dell’annessione di un’isola amministrativa, ma fosse in continuità fisica, politica e geografica con il territorio tifernate.