
Uno scorcio degli Arconi
Perugia, 25 novembre 2017 - «Fu fatto un passo indietro su San Bevignate e dunque si può anche fermare il progetto degli Arconi». Questo uno dei passaggi-chiave del testo con il quale verrà presentata al sindaco quanto prima una raccolta di firme per provare a stoppare la realizzazione della biblioteca in piazza della Rupe. Un documento redatto da accademici ed associazioni cittadine in cui si chiede una sospensione dei lavori ed un ripensamento del progetto in corso.
IERI per presentare l’iniziativa si è svolto un incontro alla Sala della Vaccara, dopo che hanno già dato la loro adesione all’iniziativa Alberto Grohmann, Franco Mezzanotte, Francesca Montesperelli, Mario Tosti, Franco Ivan Nucciarelli, Michele Bilancia, Francesco Federico Mancini, Attilio Bartoli Langeli e tanti altri studiosi dell’Università. Così come hanno aderito le associazioni Società di mutuo soccorso, Italia nostra, La città di tutti, La tramontana, La famiglia perugina, La società del Bartoccio. In sala c’erano anche alcuni politici del Pd (Tommaso Bori, Sarah Bistocchi, Giacomo Leonelli) e Cristina Rosetti del Movimento 5 Stelle.
A TESSERE le fila della questione è Primo Tenca, presidente della Società di mutuo Soccorso. E ieri è stato lui a illustrare il senso dell’operazione. «Il tema del riuso di certi spazi cittadini – ha spiegato – necessita tassativamente di una visione complessiva da parte di chi è chiamato a decidere le sorti dello spazio urbano nel lungo periodo. E’ un dovere al quali taluni soggetti non si possono sottrarre».
IL DIBATTITO è stato in realtà molto vivace, con spunti e approfondimenti di vario tipo. A cominciare proprio da Michele Bilancia, Radici di Pietra: «Credo questa sia l’ennesima occasione mancata per la città – ha detto –. Ma sarebbe banale ridurre tutto quanto ad una questione estetica e al fatto che il cemento lì non può stare. Credo ad esempio che da punto di vista emotivo se ci fosse stato l’acciaio in questo progetto, l’impatto emotivo sarebbe stato differente. Il punto è che questi lavori – ha aggiunto – nascondono il Muro Civitatis: è come se insomma a Roma si oscurasse il Colosseo per farci una pizzeria. Questo è il nostro Colosseo e come tale va trattato».
DURO anmche l’intervento di Orsini: «E’ inaccettabile una cosa di questo tipo, un’autentica profanazione di quel luogo che va assolutamente ripensata. Quando si insediò Romizi disse che avrebbe rispettato questa città, ma non lo sta facendo». Vanni Capoccia, Società Mutuo soccorso, ha precisato che lui «non era contro Boccali e non è contro il sindaco attuale. Ma sono contro il cemento. Su questa petizione però mi astengo».
«IL MURO del Sopramuro – ha detto Mezzanotte – è una delle pagine principali della storia di questa città, ha un valore storico e sentimentale che di fatto cristallizzazza l’aspetto e la sostanza di uno dei lughi simbolo. Questo è il dato fondamentale che è esente da qualsiasi valutazione soggettiva».