Disturbi alimentari, come uscirne: "L’importanza di chiedere aiuto"

Anoressia e bulimia: parla la presidente del Bucaneve, centro specializzato per genitori e ragazzi. CLASSE III B DELLA SCUOLA LEONE XIII (COMPRENSIVO PERUGIA 5).

Probabilmente quasi tutti conoscono i DCA (disturbi del comportamento alimentare che, secondo gli ultimi dati forniti dal Ministero della Salute in Italia, colpiscono circa 3 milioni di individui, con un aumento del 30-35% dopo la pandemia), ma non molti sanno che esistono appositi centri nei quali si trovano specialisti sempre pronti a donare il loro prezioso aiuto per accompagnare le persone bloccate in questo tunnel. Approfondendo questo argomento abbiamo scoperto che proprio vicino alla nostra scuola, a Pila, si trova uno di questi centri chiamato “il Bucaneve”, nato nel 2012 grazie alla sensibilità della sua fondatrice, Maria Grazia Giannini che abbiamo intervistato.

La presidente ci ha raccontato che, mentre cercava un nome per questo progetto, ha pensato al piccolo fiore bianco, il bucaneve appunto che, sebbene riesca a resistere al freddo dell’inverno, ha comunque bisogno del calore per fiorire. Questo fiore rappresenta bene le tante persone che soffrono di DCA: pur resistendo alle difficoltà della vita, hanno bisogno del tepore e dell’affetto di altri per sbocciare, per mostrare al mondo la loro bellezza. L’associazione ha aperto quattro sportelli: a Castiglione del Lago, Gubbio, Pila e Terni dove offre ascolto e accoglienza. Gli operatori del call center vengono preparati con dei corsi specializzati per comunicare in modo empatico, non giudicante e congruente con chi chiede aiuto. Oltre agli sportelli di ascolto, l’associazione organizza incontri guidati da professionisti come psicologi e nutrizionisti, per indirizzare quanti sono afflitti da questo disturbo verso centri specializzati. I numeri delle persone che si affidano all’associazione sono molto variabili: da due a tre, fino ad arrivare a dieci unità alla settimana.

La maggior parte è compresa nella fascia tra i dodici e i diciotto/venti anni ma non mancano gli adulti. Il problema di chi si rivolge agli sportelli del Bucaneve è la difficoltà di aprirsi con le altre persone e i giudizi che sentono gravare su di sé. Maria Grazia Giannini ci ha rivelato che, prima di aprire il Bucaneve aveva un blog rivolto in particolare ai genitori di ragazzi affetti da DCA, ma veniva contattata dai giovani anziché dagli adulti. Spesso, infatti, aggiunge, gli adulti fanno fatica ad aprirsi, a mettere in comune ciò che provano, le difficoltà che incontrano; i ragazzi invece capiscono quanto sia importante chiedere aiuto. Centri come il Bucaneve ci insegnano appunto che quando siamo in difficoltà, non bisogna esitare, ma avere il coraggio di rivolgerci a chi può offrirci un supporto.