Centrosinistra al palo. La candidatura tarda ma in pole position resiste Stefania Proietti

Il nome da opporre alla governatrice in carica potrebbe essere quello della attuale sindaca di Assisi. Il segretario Dem: "Le forze che hanno dato vita alla coalizione sanno di dover ricercare la massima unità".

Centrosinistra al palo. La candidatura tarda ma in pole position resiste Stefania Proietti

Centrosinistra al palo. La candidatura tarda ma in pole position resiste Stefania Proietti

La Tesei è già schierata. Il centrosinistra invece non ha ancora deciso: il campo largo va coltivato e il segretario regionale Dem e i suoi ’vicini’ continuano a prepararsi per la sfida autunnale e lo faranno - appunto - con quel campo largo che al momento prevede la presenza del Partito democratico, Movimento 5 Stelle, Alleanza Sinistra-Verdi, e un paio di movimenti civici (Demos e altri). Non sarebbe una sorpresa che entrasse anche Azione, in virtù di quanto già accaduto in Sardegna e vista la coalizione di centrosinistra che si è formata per sostenere la candidata di centrosinistra a Perugia, Vittoria Ferdinandi che comprende anche i "calendiani".

E a questo proposito va detto che non ha ancora un nome ufficiale da presentare il centrosinistra per le elezioni regionali. Come possibile candidata alla guida della Regione circola con insistenza il nome dell’attuale sindaca di Assisi Stefania Proietti, espressione del mondo civico, presente all’incontro di costituzione di un Patto avanti avvenuto il mese scorso.

"Le forze che hanno dato vita alla coalizione – continua il segretario del Pd – sono consapevoli di dover ricercare la massima unità e apertura possibile, anche allargando ad altre realtà politiche e civiche".

"Ciò che abbiamo costruito fino ad oggi, con determinazione e coraggio - prosegue Bori –, non è un cartello elettorale ma un’alleanza larga che intende farsi popolo, ed entrare nelle pieghe di una società che ha bisogno, innanzitutto, di buoni esempi e persone credibili".

E, quanto alla scelta fatta dal centrodestra, Bori è netto: "L’impressione è che la ricandidatura di Donatella Tesei sia dovuta più ad un accordo di potere che serve alla destra nazionale per serrare le fila di una coalizione scossa dalla sconfitta della Sardegna, più che da un’effettiva convinzione misurata sulle capacità e sul merito di come è stata governata l’Umbria".

"Il fatto che in questi mesi siano state ventilate altre ipotesi alternative, come quella del segretario regionale di Forza Italia, Andrea Romizi, o quella dell’assessora regionale Paola Agabiti, passata da civica a Fratelli d’Italia – spiega il numero uno del Partito democratico –, la dice lunga sul livello di stima nei confronti di Tesei e di coesione della destra a livello umbro" aggiunge. "La verità è che si tratta di una blindatura romana che non tiene conto del fatto che la presidente Tesei passa alla storia solo per aver smantellato la sanità pubblica regionale, e non solo quella" sostiene Bori.

Anche Thomas De Luca parladella ricandidatura di Tesei. Il solo fatto che sia stata messa in discussione - sostiene - conferma il fallimento di questi cinque anni di governo. Il centrodestra ora, consapevole degli errori fatti nella scelta del candidato in Sardegna, prova a correre precipitosamente ai ripari. Una scelta che è solo mossa dalla paura e rappresenta l’estremo tentativo di arrestare il vento che sta cambiando"

Michele Nucci