CITTÀ DI CASTELLO – Agli arresti domiciliari dal primo ottobre Cristian Goracci (nella foto) ha chiesto al giudice, nell’udienza del riesame che si è svolta ieri mattina, di poter tornare in libertà. Tramite i propri legali l’ex amministratore unico della società pubblica Sogepu – agli arresti con l’accusa di corruzione nell’appalto per la gestione dei rifiuti da 300 milioni di euro nei comuni dell’Alta Umbria – ha chiesto la revoca della misura cautelare di fronte al Tribunale del Riesame. Il giudice si è riservato la decisione.
Già ascoltato nel corso dell’udienza preventiva, in applicazione della Legge Nordio, Goracci ha sempre sostenuto la regolarità delle consulenze che erano state fatturate alla società Ece di Antonio Granieri, ex Ecocave, per 750 mila euro. Per la Procura di Perugia invece, dopo mesi di indagini e sequestri di documentazione tramite le Fiamme Gialle, quei pagamenti servivano per favorire la partecipazione della stessa Ece nell’appalto per il bando pubblico da 300 milioni.
L’ex amministratore di Sogepu nel frattempo, si è autosospeso dal ruolo di direttore di Sogeco, (la società fondata con Ece allo scopo di gestire il servizio rifiuti). Per questo, secondo i suoi legali, non esiste il pericolo di reiterazione del reato alla base della misura cautelare. Il giudice deciderà nei prossimi giorni. La scorsa settimana era stato rimesso in libertà l’altro indagato di questa inchiesta, Antonio Granieri, ex vertice di Sogeco, al quale erano stati revocati i domiciliari. Il tribunale aveva disposto nei suoi confronti la misura del divieto di esercitare impresa per sei mesi.