Sanremo 2020, la lectio magistralis di Benigni sul Cantico dei cantici

Il folletto toscano re della serata del Festival. Un lunghissimo intervento sul palco dell'Ariston, un monologo all'insegna dell'amore

Roberto Benigni sul palco dell'Ariston (foto Ansa)

Roberto Benigni sul palco dell'Ariston (foto Ansa)

Sanremo, 6 febbraio 2020 - Il mattatore si è ripreso il suo palco. Roberto Benigni torna all'Ariston e lo spettacolo di Sanremo si ferma per una vera e propria lectio magistralis, ormai la cifra stilistica della seconda vita artistica del folletto di Vergaio. Prima una rapida apertura insieme ad Amadeus, tra il ricordo del celebre "tocco proibito" a Pippo Baudo che Benigni ipotizza di riproporre minacciando di afferrare i "soliti ignoti" del conduttore, una rapidissima e quasi indolore battuta simil-politica ("Quest'anno si può votare in molti modi, via social, al telefono e anche citofonando", ma Salvini viene evocato e non citato), poi il palco resta suo.

I TOSCANI AL FESTIVAL DI SANREMO

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"Ho pensato a quale fosse la canzone più grande di sempre, la canzone delle canzoni e alla fine mi è venuta in mente", ha detto Benigni. La scelta è caduta sul Cantico dei cantici, scelto da Benigni come "passo più bello della Bibbia", emblema dell'amore e della femminilità, sacro erotismo e poesia pura. Una lunga spiegazione della scelta e poi la declamazione, nel silenzio assoluto del teatro. Un momento altissimo che, piaccia o meno, oggi come oggi solo Benigni può fare in Italia, perché nessuno è come lui e nessuno ha le spalle abbastanza larghe per sostenere un intervento del genere. La potenza del testo è nelle sue mani e Benigni la regala a un pubblico travolto da tanta bellezza.

Alla fine scatta l'ovazione- anche dell'orchestra - per un momento di grande spessore.

Per la cronaca, ecco il piazzamento dei toscani nella classifica finale della serata delle cover: 14° posto Irene Grandi, 12° Enrico Nigiotti, 10° Marco Masini, 8° Francesco Gabbani, 2° Piero Pelù, ha vinto Tosca.