Il mondo magico di María de Buenos Aires

Allestimento al Teatro Verdi di Pisa dell'opera di Astor Piazzolla

La scena di Maria de Buenos Aires (foto da ufficio stampa Teatro di Pisa)

La scena di Maria de Buenos Aires (foto da ufficio stampa Teatro di Pisa)

Pisa, 5 dicembre 2021 - Non è un'opera in senso stretto, ma qualcosa di più. Uno spettacolo di danza, di canto e di recitazione, oltre che di musica ispirata prevalentemente dal tango. E' anche un'opera di identità nazionale, dove religiosità e magia entrano nella vita di tutti i giorni in una città come Buenos Aires, capitale e soprattutto simbolo dell'Argentina nel mondo. L'allestimento di María de Buenos Aires al Teatro Verdi è stato un giusto e doveroso omaggio ad Astor Piazzolla nel centenario della sua nascita. Il lavoro, andato per la prima volta in scena nel 1968 al Teatro Colòn di Buenos Aires su libretto di Horacio Ferrer, narra la vita di una donna nata in un sobborgo della capitale "il giorno che Dio era ubriaco". 

I casi della vita la trasformano in una prostituta la cui morte viene decisa dai vertici della malavita. Ma il suo spirito vaga per la città, tanto presente da rinascere prodigiosamente per dare alla luce una bambina dallo stesso nome. Il testo di Ferrer evoca quindi un mondo fantastico che lega la cultura di origine europea a quella nativa con i suoi riti e i suoi personaggi. I brani intonati da El cantor si contrappongono e si legano ai versi recitati da El duende che con il suo mantello simoblico evoca la magia.  Per quanto riguada la protagonista femminile, il suo canto esprime parole rassegnate riferite alla propria condizione, ma non chiude la porta alla speranza.

Sul palco i tre personaggi (sotto la guida del regista Carlos Branca) sono stati resi al meglio da Martina Belli, la cui voce che presenta toni scuri di granda fascino, da Ruben Peloni (El cantor) e da Daniel Bonilla-Torres, autorevole El  duende. Ma attorno a loro si sono messi in evidenza i bravissimi danzatori della MM Contemporay Dance Company in una coreografia curata da Michele Merola che ha avuto un grosso merito: quello di non cadere nel tranello di utilizzare il tango ma di pensare i movimenti giusti per una musica che il tango lo evoca. E a proposito di musica un plauso enorme agli strumentisti dell'Orchestra Arcangelo Corelli diretta da Jacopo Rivani, con Davide Vendramin in evidenza al bandoneon.

Lo strumento che rappesenta al meglio la figura di Piazzolla, autentico genio musicale anche nell'ambito della rappresentazione teatrale. Uno spettacolo molto apprezzato dal pubblico.