Festival di Sanremo 2019, ecco la pattuglia toscana all'Ariston

Negrita, Motta, Zen Circus, Nigiotti e Irama. Quest'anno niente categoria a parte per i giovani

Claudio Baglioni, Virginia Raffaele e Claudio Bisio durante la presentazione del festival

Claudio Baglioni, Virginia Raffaele e Claudio Bisio durante la presentazione del festival

Firenze, 20 gennaio 2019 - Rassegnatevi, febbraio in tv vuol dire una cosa sola: Festival di Sanremo. Così è, se vi pare. La settimana festivaliera - quest'anno in calendario dal 5 al 9 febbraio - celebrerà la 69esima edizione del festival della canzone italiana e nel grande circo del teatro Ariston la Toscana ha sempre recitato una pagina fondamentale.

Non ci credete? ecco qualche esempio. "Grazie dei fior", prima vincitrice di Sanremo, fu scritta per Nilla Pizzi da un pratese, il maestro Saverio Seracini (autore della musica). I toscani fecero man bassa della sezione giovani (che quest'anno non ci sarà) non appena fu istituita: dal 1990 quattro toscani vinsero le prime cinque edizioni, nell'ordine Marco Masini, Paolo Vallesi, Aleandro Baldi e Andrea Bocelli (quest'ultimo trionfò con 'Il mare calmo della sera', splendida canzone che aveva tra gli autori la pratese Gloria Nuti). E che dire delle doppiette? Baldi vince tra i giovani nel 1992 e tra i big nel 1994. Marco Masini vince tra i giovani nel 1990 con "Disperato" e rivince tra i big 14 anni dopo con "L'uomo volante". E Francesco Gabbani da Carrara fa doppietta consecutiva: nel 2016 "Amen" spopola tra i giovani, nel 2017 "Occidentali's karma" e la sua scimmia nuda non solo vincono il Festival, ma diventano anche il tormentone dell'anno.

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IL 2019 - E adesso, nell'era Baglioni, la Toscana torna con quattro nomi più uno. 

Da Arezzo arrivano i Negrita, ormai nome storico del pop rock italiano. Portano un pezzo sulla ribellione giovanile ("I ragazzi stanno bene", citazione-omaggio agli Who?) e ai primi ascolti sono parsi convincenti.

Negrita

Ma c'è da considerare anche che il festiva è immerso nel suo tempo e già dalla conferenza stampa di presentazione si è capito che il tema dei migranti c'è e ci sarà con forza. Grazie proprio ai toscani. "L'amore è una dittatura" dei pisani Zen Circus è un pezzo folk rock senza ritornello. Per affrontare il loro primo Sanremo dopo 25 anni di onorata carriera indipendente, gli Zen Circus hanno scelto un pezzo tosto, difficile anche musicalmente. Tante immagini, parole importanti per un brano sanremese (anarchia, democrazia). E un riferimento ai "porti chiusi".

Gli Zen Circus

E anche Motta, singolare ibrido pisano-livornese: nato a Pisa, cresciuto a Livorno, romano d'adozione, poi tornato a Pisa. E' molto atteso perché fa parte del gruppo degli indie scelto per Sanremo 2019. Sceglie la canzone d'autore e si chiede "dov'è l'Italia",  raccontando "quella volta a due passi dal mare, fra chi pregava la luna e sognava di ripartire". Per gli amanti del gossip: il cantante 32enne è fidanzato con l'attrice Carolina Crescentini.

Francesco Motta

Spazio all'intimismo di Enrico Nigiotti da Livorno con "Nonno Hollywood". Nigiotti è alla sua seconda vita artistica. Da giovanissimo fu protagonista dirompente di Amici,  poi è passato da X Factor dopo un lavoro di maturazione convincente. Quest'anno il duetto con Gianna Nannini lo ha portato molto in radio, a Sanremo sceglie di raccontare gli affetti familiari con una ballata minimalista, intima, che conferma come Nigiotti sia bravo a scrivere.

Enrico Nigiotti

E in conclusione il nome che più di tutti potrebbe far discutere: Irama. Il vincitore di Amici 2018 in realtà è più lombardo che toscano, ma va ricordato che il cantante è nato a Carrara da genitori di Pontremoli. "La ragazza col cuore di latta" è probabilmente il testo più forte in gara. Si parla di abusi sessuali in famiglia. Roba tosta per un 22enne (ma del resto lo fecero già i Gemelli Diversi con "Mary" nel 2003 e fu un grande successo), eppure chi ha sentito il preascolto giura che fa centro.

Irama

Chissà se quasi 40 anni dopo Toto Cutugno (di Fivizzano) un altro lunigianese di sangue salirà sul gradino più alto del podio.