Turnover in azienda Patto con le scuole La nuova manodopera ora si forma in classe

Accordo tra associazioni di categoria, Buzzi e Marconi per colmare il gap generazionale. Tutte le intese siglate di recente prevedono di adeguare i percorsi didattici alle esigenze di industriali e artigiani.

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Turnover in azienda Patto con le scuole La nuova manodopera ora si forma in classe

Il distretto e in generale il mondo dell’artigianato ha fame di manodopera, ormai è un dato di fatto. Con il 50% della forza lavoro che ha già tagliato il traguardo dei 50 anni non c’è tempo da perdere. Le prime contromisure alla mancanza di turnover stanno prendendo forma grazie alle scuole tecniche della città: l’istituto tecnico Buzzi e l’istituto professionale Marconi che hanno stretto accordi con le principali associazioni di categoria (Confindustria, Confartigianato e Cna) e con società specializzate per creare percorsi didattici finalizzati all’inserimento in fabbrica di nuova forza lavoro. Ore di formazione specifiche orientate alle figure professionali maggiormente richieste dal mondo del lavoro: è la nuova era della formazione che si adegua alle necessità del mercato. Uno dei problemi sollevati più volte dal mondo imprenditoriale riguarda proprio la distanza tra la formazione accademica e quella sul campo: conoscere i macchinari, i segreti del mestiere è un valore aggiunto necessario per non perdere il know how che è il cuore pulsante del Made in Italy. Sono tanti i fronti su cui lavorare.

Filatori, tessitori, meccanici. Il distretto c’è e cerca manodopera: "Formare figure professionali in grado di portare avanti questi valori significa creare occupazione e soprattutto far crescere il valore dell’intero distretto", dice il dirigente dell’istituto Marconi, Paolo Cipriani. Gli fa eco il dirigente del Buzzi, Alessandro Marinelli: "Siamo davvero felici perché questi protocolli di intesa con le associazioni di categoria danno concretezza a tante richieste e appelli che sono arrivati". Figure specializzate che il settore artigiano dal tessile alla termoidraulica cerca come oro e che finora non esistevano in città, tanto che le aziende erano costrette ad affidarsi a meccanici specializzati in motori oppure a caldaisti pur di andare avanti. Un gap enorme e dannoso che adesso è stato colmato grazie all’accordo sottoscritto con le scuole. Figure altamente richieste che usciranno dalle scuole con tutte le competenze necessarie per far sì che Prato possa restare uno dei maggiori distretti tessili d’Europa e non solo. Perché i risultati passano non solo dalla classe di imprenditori, ma anche dei tecnici e degli operai specializzati che creano valore aggiunto. La città rovescia così le carte sul tavolo e adegua l’offerta alla domanda. L’artigianato crea opportunità e posti di lavoro, ma non bastano le figure qualificate in grado di rispondere alle richieste del mercato.

Il progetto che unisce scuola e rappresentanti del mondo imprenditoriale è ambizioso e vuole andare a colmare quel vuoto generazionale che si è creato. È con questo spirito che gli imprenditori che hanno aderito all’iniziativa sono entrati nelle classi del Marconi e del Buzzi per revisionare piani di studio e plasmarli alle reali esigenze delle imprese.