D’Iglio: "Vogliamo arrivare in alto Fondamentale il supporto dei tifosi"

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di Angela Gorellini

"Una vittoria importantissima che dà continuità ai risultati, che serve al gruppo per credere in grandi cose": il centrocampista bianconero Giuseppe D’Iglio (nella foto un acceso confronto con l’arbitro Catanzaro) descrive così il successo della Robur sulla Sangiovannese.

"Vogliamo arrivare il più in alto possibile - aggiunge - anche per i nostri tifosi che nonostante le normative anti-contagio li facciano stare lontani, ci stanno dando un supporto fondamentale".

Parte poi con l’analisi dell’incontro. "Abbiamo giocato i primi 15 minuti molto bene - afferma - poi ci siamo abbassati, poi siamo riusciti a riprendere in mano la partita. Non è stata una sfida semplice: la Sangiovannese è venuta qua a giocarsela a viso aperto. E noi dobbiamo imparare a chiuderle prima".

Mister Gilardino, ieri, ha cambiato modulo. "Sicuramente con il centrocampo a 2 abbiamo lavorato di più nelle coperture - spiega D’Iglio - soprattutto quando loro si sono messi con il trequartista. Ma credo che siamo stati bravi nel contenimento, anche grazie al sostegno degli esterni". Neanche il tempo di gioire, che alle porte c’è già la trasferta con il Montespaccato. "Non è semplice dopo un mese di stop giocare così tante partite in poco tempo - ammette il centrocampista -, ma noi non molliamo niente. Accusare un po’ di stanchezza è normale, anche perché giocare per vincere, per determinare, porta a un enorme dispendio di energie, anche mentali. Nelle partite in cui tendi ad aspettare l’avversario ne sprechi meno".

"Ma se stiamo facendo così bene il merito è anche del mister - prosegue -: la nostra mentalità ci impone di scendere in campo sempre per i tre punti". Buona l’intesa con De Falco. "Mi trovo bene con Andrea: è un giocatore di esperienza, qualità e personalità. Ma lo stesso vale per Agnello, Bani e Sare: a centrocampo ci sono giocatori che sanno interpretare bene sia la fase offensiva che difensiva e il mister crede molto in tutti quanti, non a caso ci ruota: sta a noi in allenamento dimostrare di meritare la sua fiducia e la maglia titolare. Palla lenta io chiamato il velo. Il mio ruolo? Parto come centrocampista di rottura, già nelle giovanili della Juve lo facevo. Poi con il tempo sono cresciuto nella qualità, cercando di ‘rubare’ un po’ in qua un po’ in là. Ma di migliorare non si finisce mai".