UniCredit riapre la sua ’area Italia’

L’ad Orcel sceglie Ubertalli come nuovo capo. Il Governo prepara gli incentivi alle fusioni bancarie

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"Come business è fondamentale che riconosciamo le nostre origini e le radici culturali che ci hanno formato ed è per questa ragione che rendiamo l’Italia una geografia autonoma al fianco di Germania, Europa Centrale e Orientale". Uno dei punti nodali della rivoluzione organizzativa a Unicredit varata dall’ad Andrea Orcel è la nascita della ’divisione Italia’, autonoma e con un nuovo capo, Niccolò Ubertalli, che farà parte del comitato esecutivo di Gruppo, più ristretto, con 15 membri rispetto ai 27 del vecchio esecutivo. Toccherà ai 15 sviluppare il nuovo piano strategico del gruppo entro la seconda metà del 2021. Ed è chiaro che toccherà a Ubertalli, ovviamente sotto la supervisione di Orcel, aprire il dossier del risiko della finanza in Italia. E dare corpo, presumibilmente, all’acquisizione del Monte dei Paschi e di qualche altra ’preda’, da Banco Bpm a Mediobanca o, addirittura, Generali.

Collegata alla mossa di Unicredit, la riunione del consiglio dei ministri che, presumibilmente entro domani, dovrà esaminare il Decreto Sostegni Bis. E tra i punti più delicati, la dote prevista come incentivo per le fusioni bancarie, il capitolo più caro al Governo che spera di usarlo come molla per spingere UniCredit a scendere dalla sua torre in piazza Gae Aulenti e convolare a nozze prima con Mps, poi con altri. Alla vigilia c’era anche il mistero dell’emendamento sparito, del comma che aumentava l’innalzamento del limite delle attività fiscali differite trasformabili in credito d’imposta, e che prorogava al 30 giugno 2022 l’utilizzo degli incentivi.

Stando a quanto ha riportato Il Sole 24Ore, i funzionari del ministero del Tesoro avrebbero predisposto più variabili al testo, proprio per aumentare il potere incentivante degli sconti fiscali e dare propellente alle fusioni. Basterà leggere il testo finale che uscirà dal consiglio dei ministri e vedere quale potenza di fuoco avranno le Dta sui piani strategici di Unicredit. Secondo alcuni analisti, nel caso di una fusione a tre UniCredit-Mps-Banco Bpm potrebbe generare una dote superiore ai 7 miliardi netti. Sui 3,4 miliardi in caso di operazione a due tra Unicredit e Mps.

P.D.B.