Mps, l’accordo sugli esodi incentivati divide i politici

Piccini è cauto, Forza Italia chiede la tutela del marchio e che la Direzione generale resti sul territorio

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L’accordo tra sindacati e Mps sui 3.500 esodi incentivati divide la politica senese. Forza Italia, attraverso i coordinamenti comunale e provinciale, esprime soddisfazione: "Il progetto presentato dall’ad Luigi Lovaglio è un piano bilanciato al contesto attuale – affermano gli azzurri –. L’apertura del fondo esodi, su base volontaria, fino a 7 anni con le percentuali di trattamento economico stabilite fino all’ingresso nella regolare pensione, è un buon accordo. Così come è opportuna la parziale compensazione delle uscite con nuove assunzioni". Forza Italia Siena conclude: "Finché lo Stato non uscirà dal capitale del Monte, continueremo ad avere uno sguardo attento sulla tutela del marchio e il radicamento della Direzione Generale sul territorio. Non è un ‘arroccamento’ localistico, bensì un riconoscimento della tradizione storica della banca".

Pià cauto il giudizio di Pierluigi Piccini, capogruppo di ’Per Siena’: "Ci sono tre fattori che denotano positività: l’accordo per l’uscita volontaria di 3.500 dipendenti entro fine anno. L’allargamento del fondo di garanzia sull’inoptato. La riunione dell’assemblea per l’aumento di capitale fissata il 15 settembre, lontana dal giorno delle elezioni".

Per l’ex sindaco, "il fattore temporale è decisivo. I segnali che arrivano non sono fra i migliori. Non più tardi di oggi Moody’s ha abbassato il giudizio sull’Italia, confermando però il rating. Le note negative della semestrale sono: il fatturato che diminuisce di 1.592 milioni di euro. Una riduzione delle quote di mercato del 4,46% e un cost income ancora troppo elevato (70,2%) rispetto al sistema, anche se diminuito dello 0,5%". Piccini conclude: "Si potrà vedere qualcosa solo con la prima trimestrale del 2023. A oggi ogni valutazione è prematura".