Lo hanno ucciso in maniera brutale: strozzato con un cavo elettrico mentre era legato, mani e piedi. E poi lo hanno gettato in un pozzo profondo sette metri avvolto in una coperta. È morto così, Nicolas Matias Del Rio, il corriere argentino di 40 anni, il cui corpo era stato ritrovato nel pozzo della villetta di Case Sallustri, frazione di Arcidosso. L’uomo è stato anche sequestrato per qualche giorno dopo la rapina al suo furgone, poi bruciato, che trasportava borse Gucci per un valore stimato di mezzo milione di euro. La morte violenta per soffocamento è stata accertata dagli inquirenti pochi minuti dopo che è stato ripescato il cadavere dell’uomo.
Quando i vigili del fuoco lo hanno trovato, il cavo elettrico era ancora arrotolato nel collo del quarantenne. Nei giorni scorsi sono salite a otto le persone nel registro degli indagati. In carcere con le accuse di danneggiamento, omicidio volontario, rapina, sequestro di persona e danneggiamento si trovano ci sono Ozgur Bozkurt, 38enne turco residente ad Arcidosso, Klodjan Gjoni, 33enne albanese residente a Castel del Piano ed Emre Kaia, 28enne turco residente ad Arcidosso. Sono i tre uomini della Fiat Panda che tallonò il furgone prima di fermarlo per portare le vie le borse di valore e rapire il conducente che probabilmente cercò di difendere il carico. Indagati con gli stessi capi di imputazione a parte l’omicidio volontario anche Niko Gjoni, padre di Klodjan che era il guardiano della villetta, e Zindan Bozkurt, il fratello di Ozkurt. I sostituti procuratori Giovanni De Marco e Valeria Lazzarini, che coordinano l’inchiesta, hanno anche indagato qualche tempo fa anche Elmira ed Ersiana Gjoni, la madre e la sorella di Klodjan, e Georgiana Eugenia Bartic, rumena residente ad Arcidosso. Secondo le indagini le Gjoni sarebbero accusate di favoreggiamento. Per ricettazione delle borse è stata sentita Bartic. Ma le indagini proseguono.