GIOVANNI PELLICCI
Cronaca

Il Nobile di Montepulciano rilancia la qualità con le nuove Uga "le Pievi"

Il Consorzio di Montepulciano introduce le Uga "le Pievi" per valorizzare il legame tra territorio, storia e vino.

La presentazione della nuova iniziativa del Consorzio Nobile di Montepulciano

La presentazione della nuova iniziativa del Consorzio Nobile di Montepulciano

Il Nobile di Montepulciano traccia una nuova strada per rilanciare la qualità della denominazione, passando dalla sua storia. Ascianello, Badia, Caggiole, Cerliana, Cervognano, Gracciano, Le Grazie, San Biagio, Sant’Albino, Sant’Ilario, Valardegna e Valiano: sono i nomi delle dodici “Pievi”, che corrispondono ai nomi delle nuove Unità geografiche aggiuntive (Uga), individuate dal Consorzio di Montepulciano per valorizzare il legame identitario tra territorio, storia e vino.

In termini tecnici significa una nuova tipologia produttiva, che si pone al vertice della piramide composta dalla base e dalla riserva: la menzione “Pieve” prevede uve sangiovese per almeno l’85% (il restante 15% da uve autoctone come canaiolo, ciliegiolo, mammolo e colorino) ottenute da vigneti con almeno 15 anni di età ed un processo produttivo all’insegna della qualità più elevata e tre anni di affinamento prima di entrare sul mercato.

"Il progetto è nato nel cuore della pandemia, quando iniziò una riflessione sulla nostra denominazione – ha spiegato Andrea Rossi, presidente del Consorzio – cercando di distinguersi in un mercato sempre più affollato. Dal primo gennaio 2025 sarà possibile commercializzare la prima annata con l’Uga “le Pievi”, ovvero con la 2021". Un modo quindi per rappresentare i 12 distretti del territorio che circondano il centro storico di Montepulciano, raccontati attraverso il vino e anche con aspetti antropologici delle singole comunità e tradizioni.

"La motivazione principale è stata la ricerca di una maggiore identità per il Nobile di Montepulciano – ha aggiunto il vice presidente del Consorzio, Luca Tiberini – e grazie a questo progetto, che si è inspirato anche agli appunti raccolti dal taccuino del parroco del 1672, siamo riusciti a riappropriarci della nostra storia, capace di mettere d’accordo sia grandi aziende che piccole realtà".

Ad oggi l’adesione al progetto della Uga “le Pievi” è intorno al 50% degli associati (45 produttori): l’obiettivo è arrivare al 4% della produzione della denominazione, pari ad oltre 300mila bottiglie all’anno, che si collocheranno in una fascia di prezzo più alta della riserva.

"Siamo soddisfatti dell’adesione verso un progetto nuovo che rappresenta una sfida per tutti noi – aggiungono dal Consorzio –. Sarà poi un’apposita commissione di assaggio a confermare, o meno, la menzione in etichetta". Alla presentazione, che si è tenuta a Firenze al ristorante La Leggenda dei Frati, protagonisti anche i giornalisti Raffaele Vecchione e Adua Villa che hanno collaborato con il Consorzio alla valorizzazione dell’iniziativa che adesso si prepara all’ingresso sul mercato per la prova del consumatore.