Il 29 settembre scorso si è inaugurata a Palazzo Blu, a Pisa, la mostra Le Avanguardie. Capolavori dal Philadelphia Museum of Art.
L’esposizione, che vanta oltre cinquanta opere e racchiude i nomi dei più importanti e rivoluzionari artisti del primo Novecento, come Kandinsky, Matisse, Miró, Klee, Picasso, Duchamp, Ernst, Léger e altri, restituisce un entusiasmante spaccato della pittura e della scultura a cavallo del primo conflitto mondiale.
Ad accomunare gli artisti in mostra vi è un più o meno categorico ripudio del realismo e del naturalismo, in virtù di un’inedita e totale libertà di espressione. Nuovi linguaggi, lontani da ciò che era stata l’arte sino a quel momento, vengono così concepiti e racchiusi in differenti correnti e movimenti, il cui comune denominatore è il crollo totale dei valori, politici e sociali.
Opere di artisti europei migrati, in molti casi, in Nord d’America perché spinti dalla veloce ascesa della potenza nazista, hanno trovato, grazie alle scelte lungimiranti di collezionisti illuminati, valorizzazione all’interno della collezione del Philadelphia Museum of Art, un museo la cui importanza, particolarmente per la sezione di arte europea, viene oggi riconosciuta a livello internazionale.
Riemigrate per l’occasione in Europa, le opere seguono un’intensa "linea del tempo” e - accompagnate da installazioni visive, sonore e multimediali - ripercorrono le fila degli eventi storici e culturali che, dalla fine della Belle Époque, raggiunsero lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Ad aprire la mostra è L’uomo col violino di un giovanissimo Picasso, opera dove stupisce la precoce capacità di attuare un’originale scomposizione dei volumi, mentre a chiuderla la magnifica e struggente Crocifissione di Chagall dove la croce, simbolo cristiano per antonomasia, diventa metafora universale del dolore della Seconda Guerra Mondiale.

L'esposizione, prodotta e organizzata da Fondazione Palazzo Blu e MondoMostre, con il contributo di Fondazione Pisa, coincide anche con la conclusione di un intervento di riqualificazione e rinnovamento degli spazi a Palazzo Blu, intervento che ha riguardato l’illuminazione e gli impianti dello storico edificio affacciato sull’Arno. Curata da Matthew Affron, che è anche il curatore del museo americano, con la consulenza scientifica dello storico dell'arte Stefano Zuffi, la mostra si pone l’obiettivo di incrementare il rapporto fra il museo di Philadelphia e le istituzioni italiane.
Interessante è il corto circuito che l’esposizione, incentrata sul XXI secolo, ha creato con la Città di Pisa, celebre per la sua storia antica, per i suoi monumenti romanici; configurandosi come una grande mostra, dal respiro internazionale, Le Avanguardie risulta un’occasione unica per la comunità pisana, e non solo.