SILVIA BINI
Cronaca

Titolare bacia dipendente. Cgil ammessa parte civile

Il sindacato: "È la prima volta in Italia, siamo qui per chi subisce violenza"

Costrinse una sua dipendente a subire molestia sessuale sul posto di lavoro e per questo il titolare cinese di un’azienda di Prato è stato condannato. Ma la novità è che la Camera del lavoro e la Filctem Cgil Prato Pistoia assistite dell’avvocato Amalia Vetrone, sono state ammesse come parti civili per la prima volta in Italia in un procedimento penale per molestie sul luogo di lavoro. Una vittoria per il sindacato che manda un messaggio: "La Cgil è concretamente accanto alle lavoratrici che subiscono molestie e violenze. Si tratta di un reato difficile da denunciare proprio per le circostanze: una lavoratrice che subisce violenza dal proprio datore di lavoro sul luogo di lavoro - spiega Juri Meneghetti - Per noi conta il messaggio politico ossia a dire che il sindacato è un porto sicuro se si subisce o se si è testimoni di una condotta illecita".

L’ imprenditore cinese di 47 anni accusato di violenza sessuale su una giovane donna, dipendente della sua azienda, ha patteggiato la condanna a quattro mesi tramutata in 240 ore di lavoro di pubblica utilità per un’associazione di volontariato.

Il fatto risale al 2021 quando l’imprenditore tentò di baciare la sua dipendente abbassandole la mascherina anticovid. La donna riuscì a sottrarsi all’abbraccio, a fermare l’uomo e quindi a denunciare.

C’è un altro passaggio a rendere la vicenda meritevole della soddisfazione del sindacato, il fatto del ruolo dell’uomo. La procura infatti contestò l’aggravante data dal ruolo dell’uomo: datore di lavoro della vittima. "L’aggravante non è riconosciuta d’ufficio – spiegato l’avvocato Vetrone – tutto è rimesso alla valutazione del pubblico ministero che, in questo caso, ha provveduto a formulare un’ipotesi di reato aggravata proprio perché la vittima si trova nella condizione di dipendente e chi perpetra violenza è il datore di lavoro". Una novità anche questa per un reato che non è facile da denunciare per chi lo subisce sul posto di lavoro e da dimostrare per il magistrato che punta a convincere il giudice.

Nelle motivazioni a sostegno della costituzione di parte civile della Cgil e della Filctem si richiamava non soltanto la rappresentatività della Cgil a tutela dei lavoratori, ma anche come il reato contestato “abbia danneggiato anche l’onorabilità e la personalità della Camera del lavoro di Prato e della Filctem”, poiché la vicenda dalla quale è scaturito il procedimento penale "si ripercuote sulla credibilità e il prestigio delle due costituende parti civili che costantemente, quotidianamente pongono l’attenzione sulla sicurezza nell’ambito lavorativo anche e soprattutto con riferimento alla discriminazione di genere". Il tribunale di Prato ha riconosciuto la fondatezza delle ragioni esposte da Camera del lavoro e Filctem Prato Pistoia e le ha ammesse come parti civili. Le spese legali delle organizzazioni sindacali saranno sostenute dall’imputato.

Silvia Bini