Tante cattedre vuote e la mensa in stand by I soliti problemi nell’anno della ripartenza

Stamani suona la campanella per 30.368 studenti. Santi: "Settembre zoppo". Elementari e medie: più di un alunno su tre è straniero

Suona la campanella e subito riprendono vigore le polemiche. A partire da oggi 30.368 studenti pratesi dalle materne e alle superiori torneranno dietro al banco, in presenza: per tutti addio a dad, mascherine e altre restrizioni anti Covid. Un settembre post pandemia che purtroppo non fa eccezione rispetto al passato. Tra ritardi, ricorsi e gli errori del super algoritmo che hanno mandato in tilt le assegnazioni per le supplenze, anche l’anno della ripartenza si apre in un clima di tensione. "Mi dispiace dirlo, ma la scuola ricomincia zoppa", commenta l’assessore all’istruzione Ilaria Santi. "Non bastano le buone intenzioni, se le convocazioni on line non funzionano allora sarebbe meglio cambiare strada e tornare a fare le convocazioni in presenza pur di garantire la didattica a bambini e ragazzi".

Il risultato è sotto gli occhi di genitori e studenti: cattedre vuote in attesa di docenti che nessuno sa con certezza quando arriveranno e bidelli costretti a fare salti mortali per garantire l’apertura di tutti i plessi e delle succursali (il Livi-Brunelleschi ne ha sette da gestire ogni giorno). "Ho parlato con diversi dirigenti e posso affermare che per molti l’organico completo è un miraggio", continua Santi. "Ad alcuni mancano docenti, ad altri il personale di sostegno e quasi tutte le scuole hanno difficoltà con i bidelli. Prato avrebbe meritato molto di più". La mensa è destinata a slittare. Circa 10.000 pasti quotidiani in programma nelle scuole pratesi sono in attesa che si componga l’organico delle scuole: fino ad allora bambini e ragazzini toneranno a mangiare a casa. "Camst, che si occupa della refezione scolastica, sarebbe stata pronta a partire con 10.000 pasti già da lunedì 19, invece le mense non saranno attive. Le scuole non hanno ancora il personale sufficiente per gestire il pranzo, sanificare e sparecchiare", aggiunge Santi. Un bel problema soprattutto per le famiglie che dovranno fare i salti mortali per gestire i figli a casa adesso che lo smart working è stato abolito. Buchi nell’organico dovuti a più fattori: la mancanza del personale Covid (che il governo quest’anno non ha rinnovato) e dei lavoratori in deroga chiesti ma non concessi a una come Prato in cui su 12.900 studenti circa 5.000 sono stranieri. Un po’ di numeri. Partendo con il dire che alla primaria sono iscritti 7375 bambini, mentre sono 5519 quelli delle medie per un totale di 611 classi. Sono invece 338 i bambini iscritti ai dieci nidi comunali e 3.476 quelli che frequenteranno la scuola materna. Per quanto riguarda le superiori, invece, sono 13.659 gli alunni (di cui 3.132 in prima) divisi in 608 classi. Le scuole con più alunni sono il Buzzi con 2.227 iscritti (di cui 522 in prima), il Gramsci-Keynes con 1737 alunni (di cui 471 in prima) e il Dagomari con 1630 alunni. "Quest’anno è ancora più atteso del solito perché finalmente si ritorna alla normalità e all’idea di scuola come la conoscevamo prima del Covid", commenta il presidente della Provincia, Francesco Puggelli.

"Veniamo dai due anni drammatici della pandemia, durante i quali il mondo della scuola ha dimostrato di essere in grado di affrontare l’emergenza adattandosi, reinventandosi e distinguendosi come la realtà più dinamica del nostro Paese. Dobbiamo fare tesoro di quanto imparato e soprattutto continuare a lavorare insieme giorno dopo giorno". In occasione dell’inizio del nuovo anno scolastico, il sindaco Matteo Biffoni e l’assessora alla pubblica istruzione Ilaria Santi saranno stamani alle 10 alla primaria Mascagni, poi alla media Lippi e infine all’asilo comunale Corridoni. Come vuole la tradizione ormai consolidata, prima dell’inizio dell’anno scolastico le Pagliette del Buzzi ieri hanno incontrato lo stesso sindaco nel suo ufficio in Palazzo Comunale, portandogli in dono un mazzo di rose rosse. Biffoni li ha ringraziati e ha rivolto a loro il suo in bocca al lupo.

Silvia Bini