
La manifestazione a Roma del 3 gennaio scorso dei docenti di sostegno
Il futuro per le cattedre degli insegnanti è ancora incerto e sicuramente sarà all’insegna dei tagli anche nella provincia di Prato.
"Il taglio delle cattedre è una scelta inaccettabile - dice il professor Luigi Rocca, segretario territoriale della UIL Scuola Prato - e c’è tanta preoccupazione perché si tratta di una manovra in totale contrasto con le esigenze dell’intero sistema scolastico". Il professor Rocca si riallaccia ai dati forniti a fine anno da Giuseppe D’Aprile, segretario generale della Uil Scuola Rua, riguardo al taglio di 5.660 cattedre previsto dalla Legge di Bilancio 2025.
"Fino a marzo - prosegue Rocca - quando ci saranno le ripartizioni regionali e provinciali per l’organico di diritto, non sapremo quante cattedre verranno tagliate in Toscana e a Prato, ma la situazione è critica".
Il calo delle nascite, secondo D’Aprile, avrebbe dovuto essere un’opportunità per ridurre il numero di alunni per classe e migliorare la qualità della didattica, come raccomandato dall’Europa: "Invece - prosegue il docente - si sceglie di non ascoltare e di penalizzare la scuola. Come Uil Scuola Rua non ci stiamo e anzi, critichiamo anche lo stanziamento per il rinnovo contrattuale, giudicato insufficiente per recuperare il potere d’acquisto eroso dall’inflazione. L’accantonamento dei fondi per il prossimo triennio non risolve il problema attuale, ossia migliaia di persone con stipendi troppo bassi per sopportare l’aumento dei prezzi.
Aumenti retributivi adeguati sono indispensabili per restituire dignità economica e sociale al personale scolastico".
Il sindacato chiede, infine, interventi strutturali anche per risolvere il precariato e giudica insufficienti le 2.000 assunzioni sul sostegno.
"I precari della scuola sono circa 250.000 a livello nazionale, mentre in Toscana si parla di oltre 10.000 docenti e di 2500 membri ATA - ricorda Rocca – e questo denota che il sistema di reclutamento è quantomeno fallimentare. Occorre trasformare i posti dell’organico di fatto in posti in organico di diritto.
Come già espresso dal segretario, non si tratta di palliativi, ma di interventi necessari per assicurare un’istruzione di qualità. Garantire un futuro di qualità alla scuola e al Paese non può prescindere dall’investire risorse e fiducia nel lavoro degli insegnanti e del personale amministrativo, tecnico e ausiliario, che ha bisogno di stabilità e retribuzioni adeguate e degne".