La Villa Medicea e la razzia nazista. Il coraggio di fare la scelta giusta. De Luca e la sua battaglia per l’arte

Grazie all’associazione Diapason una nuova pubblicazione sulla vicenda. Il libro sarà presentato giovedì

La Villa Medicea e la razzia nazista. Il coraggio di fare la scelta giusta. De Luca e la sua battaglia per l’arte

La Villa Medicea e la razzia nazista. Il coraggio di fare la scelta giusta. De Luca e la sua battaglia per l’arte

Una serata nelle Scuderie Medicee di Poggio a Caiano per ricordare, a 80 anni da quei fatti, un uomo che in un periodo così drammatico seppe fare la cosa giusta: Aldo De Luca. Era il capo custode della Villa Medicea, la villa di Lorenzo il Magnifico dove, fra il 1942 e il 1943, erano stati raccolti, dai musei di Firenze e di altre città toscane, capolavori d’arte per sottrarli ai bombardamenti. Molte di quelle opere (ad esempio la "Primavera" di Botticelli) furono poi trasferite in altri rifugi, ma tante rimasero al Poggio: ammassate nella grande villa, con quasi tutta la popolazione del paese lì rifugiata.

Nell’agosto 1944 i nazisti in fuga le trafugarono per portarle in Germania. E fu allora che De Luca ebbe l’intuizione di fare un elenco dettagliato e di farselo firmare da chi stava sottraendo quel tesoro con la scusa di portarlo in salvo. La storia è nota ma adesso viene riproposta in una nuova pubblicazione voluta dalle donne dell’associazione culturale poggese Diapason.

"Siamo in guerra, non c’è niente da fare. Aldo De Luca, il custode della Villa", questo il titolo del libro curato da Andrea Lottini con prefazione di Giacomo Mari. La storica dell’arte Giulia Ballerini firma un capitolo, purtroppo di evidente attualità, sulla tutela dei capolavori dell’arte in tempi di guerra.

Il volume viene presentato giovedì alle 21,15 nella Scuderie Medicee. Dal 1940, con l’ingresso dell’Italia in guerra, le varie Soprintendenze iniziarono a proteggere il patrimonio inamovibile e a spostare in luoghi più sicuri le opere d’arte mobili. Il rifugio più importante individuato dal Soprintendente fiorentino Giovanni Poggi fu proprio la Villa Medicea di Poggio a Caiano. Con il tempo qui, fino all’agosto 1943, arrivarono – da Firenze, ma anche da altre città toscane - opere d’arte preziose in una coabitazione singolare con tante famiglie poggesi. Fu nell’agosto 1944 che i nazisti in ritirata trafugarono molte opere. E fu allora che De Luca, consegnatario di tutto quel tesoro, sentendosi responsabile, compilò un documento con l’elenco dettagliato delle opere trafugate. Elenco che poi fu prezioso, a guerra finita, per far rientrare in Toscana, dal confine con l’Austria, tutti quei capolavori. In altri rifugi, ciò non avvenne.

"Avendo compreso la portata della razzia che i nazisti volevano mettere in atto – conclude Lottini – De Luca non si voltò dall’altra parte, ma cercò di opporsi con i pochi mezzi a sua disposizione. Provò a non far perdere le tracce delle opere, compilando elenchi e verbali. E ancora oggi ci ricorda che in ogni contesto e rispetto a qualsiasi difficoltà sono sempre le scelte personali che fanno la differenza".