Granata, con l’Olbia tutto nero. Riscatto a Carrara e ai playoff

Il brutto pareggio in casa di domenica scorsa, raccontato in tre fasi. Secondo tempo incolore per il Pontedera che si è fatto male da solo.

Granata, con l’Olbia tutto nero. Riscatto a Carrara e ai playoff

Granata, con l’Olbia tutto nero. Riscatto a Carrara e ai playoff

Abulici, passivi, spenti… In questi giorni si sono sprecati gli aggettivi per definire il 2-2 del Pontedera contro la retrocessa Olbia (gara scandita dallo scatto di Fabbri al 5°, dal ribaltamento di Delpupo al 21° e Ambrosini al 43° e dal definitivo pari di Catania al 52°), catalogato come la peggiore delle 69 gare di campionato con Canzi alla guida. Nella nostra consueta analisi settimanale è stata una partita che ha vissuto tre fasi.

Prima fase, 1°-20° minuto I sardi, schierati col 4-5-1, atteggiamento tattico tenuto sino al fischio finale, hanno trovato il gol alla prima occasione nella quale hanno messo fuori il naso. Poi si sono rintanati e con ordine hanno "aspettato" un Pontedera che ha dato qualche timido accenno con la reattività soprattutto di Delpupo in avanti, Benedetti in mezzo, Perretta e Ambrosini sugli esterni, per cercare di dare colore ad un incontro partito – e poi scopriremo anche proseguito - con il piede sbagliato. Seconda fase, 21°-45° minuto. E’ stata la fase della reazione e dell’illusione, l’illusione di poter vincere. L’ha accesa per primo Delpupo – con la complicità della deviazione di un difensore ospite – che ha finalizzato un’azione dal tipico marchio canziano, ossia cambio di gioco e area avversaria riempita, e l’ha ampliata Ambrosini con un gollonzo finalmente a favore dopo averne subiti almeno due-tre in stagione. La buona sorte da sola però non basta se non la aiuti con una prestazione quanto meno decorosa. E infatti non è bastata, annullata da un secondo tempo nel quale i granata hanno tirato fuori un’arma nuova: la capacità di farsi male da soli.

Terza fase, 46°-94° minuto. Nella ripresa, decisamente incolore, il Pontedera ha buttato via il vantaggio subendo la squadra di Biagioni fin da subito. I primi 15’ sono stati di marca Olbia, con due tiri di Biancu e la rete di un Catania che è sembrato imprendibile, come invece non lo erano stati attaccanti sulla carta più pericolosi, tipo Spagnoli, Udoh, Di Massimo, Lisi, ma anche Ruocco e Fischnaller, che la difesa granata aveva saputo inertizzare. L’inesistente pericolosità offensiva pontederese è rimasta tale anche nel quarto d’ora finale con gli ingressi di Selleri e Provenzano e il passaggio dal 3-4-3 al 4-2-4. Alla fine di questa partita non c’è da salvare niente tatticamente né tecnicamente, perché nonostante il livello dell’avversario i granata sono stati poco reattivi e non hanno proposto niente. Non è giusto dimenticare che i 52 punti in classifica sono un traguardo da festeggiare, ma resta l’amarezza per aver compromesso la possibilità di occupare una posizione per giocare il primo play off in casa. Tuttavia non è ancora tempo di bilanci. Ci sono altri due impegni, domenica a Carrara e lo spareggio il 4 maggio, e tutto può accadere. Anche di riscattare la pessima prestazione di domenica.

Stefano Lemmi

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