Canzi: "Orgoglioso di aver vinto con 7 under"

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Dopo questa prestigiosa vittoria il Pontedera è diventato una grande squadra? Alla prima domanda che gli viene posta in sala stampa, Massimiliano Canzi, tecnico del Pontedera, schiva l’insidia: "Non voglio ripetermi perché altrimenti sembro un disco rotto. Noi dobbiamo pensare partita per partita. Non abbiamo la forza per darci un obiettivo più grande di quello che è l’immediato (cioè la salvezza, ndr). Dobbiamo essere bravi partita dopo partita a trovare la forza per raggiungere al più presto il primo traguardo che ci siamo prefissati. Riguardo alla partita, l’Entella si sono confermati di altissimo livello. Sia come forza individuale che come impianto di gioco. Credo che oggi abbiamo dimostrato in questa partita di giocarcela quantomeno alla pari e penso che non si sia rubato nulla. Abbiamo avuto per lunghi tratti della partita, non per l’intera partita perché questo sarebbe impensabile. Ma siamo riusciti a vincere con sette under in campo, e questo mi rende orgoglioso. Perché vuol dire non solo che loro sono bravi, ma che anche gli over sono bravi ad aiutarli". Come sabato a Imola, anche ieri i granata hanno segnato nelle fasi iniziali dei due tempi: "Se fosse successo il contrario avremmo dei segnali di approccio sbagliato della gara. Quindi mi sento di dire che se segniamo sempre nei primi minuti vuol dire che c’è il giusto approccio ala partita. E’ una dote e dobbiamo continuare a lavorare su questa cosa". Inevitabile non parlare dell’episodio finale, ossia il rigore all’Entella, che ha rischiato di declinare la vittoria in un pareggio parte dietro, episodio che Canzi ha rivisto nelle immagini televisive: "Dal campo non sono riuscito ad esprimere un giudizio, rivedendolo dopo mi è sembrato un rigore generoso, perché Guidi è rimasto tra l’avversario e la palla per tutta l’azione. Forse il fallo l’aveva subito lui...". Da segnalare infine la bella iniziativa degli ultras della gradinata nord Diego Savelli che hanno esposto uno striscione: "Vicini al popolo di Ischia".

Stefano Lemmi