
Letizia Moratti candidata per la presidenza della Lombardia (nella foto l’intervista de ’Il Giorno’)
Firenze, 12 febbraio 2023 – Giorgia Meloni in Europa deve fronteggiare Emmanuel Macron, ma in Italia si trova a gestire i malesseri speciali degli alleati di destra-centro. Da una parte Matteo Salvini, impegnato negli ultimi giorni a fare il commentatore fisso di Sanremo, seppur con ambizioni da direttore artistico del festival; dall’altra Silvio Berlusconi, desideroso di trasformare le visualizzazioni di TikTok in consenso elettorale. Le elezioni regionali forniranno qualche indicazione utile per capire come Salvini andrà avanti senza l’Ariston e se per Berlusconi si apriranno almeno le possibilità di un canale YouTube di successo. Queste Regionali sono elezioni interessanti e le loro ricadute politiche vanno oltre. Sono utili intanto a capire lo stato di salute delle due coalizioni, che hanno problemi differenti (anche al loro interno). Nella destra-centro Berlusconi è preoccupato soprattutto che la coalizione non si sposti troppo a destra, Salvini cerca invece di recuperare la leadership dell’alleanza.
In Lombardia, il centrodestra punta sul presidente uscente (leghista) Attilio Fontana, nel Lazio sul candidato (meloniano) Francesco Rocca. Due candidature che non sembrano entusiasmare tutta la coalizione. In Lombardia Berlusconi e Salvini hanno qualche chance di dimostrare che sono ancora politicamente vivi e vegeti, anche a costo di trasformare il voto lombardo in una sfida fra Lega e Forza Italia.
Nel Lazio invece lo scontro più interessante non riguarda le dinamiche interne al centrodestra, ma ai demo-populisti. Pd e M5s non sono non più alleati ma concorrenti, nella regione che fu laboratorio zingarettiano per un’alleanza fra diversi, a tratti anche diversissimi. Il Pd insieme al Terzo polo sostiene Alessio D’Amato, assessore regionale alla Sanità del Lazio, diventato noto durante l’emergenza Covid. I Cinque Stelle invece puntano su Donatella Bianchi, giornalista, conduttrice televisiva ed ex presidente del Wwf. Il partito di Stefano Bonaccini o Elly Schlein e il partito di Conte giocano una gara diversa. Il Pd, anzitutto, non deve farsi sorpassare a sinistra dal M5s. Negli ultimi giorni il partito sta recuperando qualche punto. Sarà l’aria del congresso che stimola un minimo - minimo eh - di riflessione politica e dunque di esposizione pubblica. Se la pubblicità è l’anima del commercio, i congressi sono il momento in cui il Pd fa pubblicità a sé stesso (anche in termini deteriori, intendiamoci). Ma il purché se ne parli funziona sempre, anche quando c’è un partito sperduto alla ricerca di una linea politica che non c’è, come l’isola di Peter Pan.
In Toscana non si vota alle elezioni regionali fino al 2025, ma dalle iniziative dei circoli arrivano spunti interessanti per il Pd che verrà e che dovrà confrontarsi con le prossime elezioni amministrative della prossima primavera. Giovedì sera, alla casa del Popolo di Vingone, a Scandicci, a un iniziativa con Emiliano Fossi e Peppe Provenzano, l’assessora regionale Alessandra Nardini all’Istruzione ha attaccato duramente la gestione politica del Pd degli ultimi anni, a livello nazionale e non solo. "Volevamo essere il partito della Nazione, siamo diventati il partito della Ztl, quindi degli inclusi. Il Pd ha praticato la disintermediazione, noi vogliamo essere il partito che parla con le parti sociali". L’appuntamento è a Siena e Pisa fra pochi mesi.