LUIGI CAROPPO
Politica
Editoriale

Vicini a chi è stato colpito. Basta blablà

I danni dell'alluvione a Campi Bisenzio (Fotocronache Germogli)

I danni dell'alluvione a Campi Bisenzio (Fotocronache Germogli)

Firenze, 24 dicembre 2023 – Nel marasma del teatrino della politica del consiglio regionale (che si è avvitato sull’aumento dell’addizionale Irpef per salvare il buco del bilancio della sanità) c’è una buona notizia.

Sono saliti a 37 milioni di euro gli aiuti per gli alluvionati di inizio novembre. Con una proposta di legge approvata all’unanimità assegnati 27 milioni per misure urgenti a sostegno dei territori colpiti dal disastro (Campi Bisenzio e zone delle province di Prato e Pistoia, ma anche la costa).

Cifra che, grazie al famoso emendamento presentato dal governatore della Toscana Giani, è stata aumentantata di altri 10 milioni. Un provvedimento rivendicato con forza dalla maggioranza in Regione Toscana (Pd e Iv) puntando il dito contro il governo "che non ha dato ancora risposte efficaci" (ristori e slittamento delle tasse).

Da Roma le forze di centrodestra rimandano al mittente le accuse. "Il governo è intervenuto nell’immediato, dichiarando stato d’emergenza con delle prime risorse, e certamente farà il resto in base alla relazione, pur tardiva, di Giani sui danni presunti", replica la deputata pratese di Forza Italia Erica Mazzetti.

Siamo di fronte alle solite schermaglie polemiche. Non più tollerabili davvero, perché ci sono cittadini e imprese che hanno avuti danni pesantissimi.

E allora tre sono gli scenari da affrontare per disperdere velocemente nel vento il solito blablà politico. Primo: se i politici, parlamentari in primis, vogliono riscattarsi dalla vuota contrapposizione devono mettersi insieme sotto l’insegna Toscana per far sì che la pressione muova risorse dal governo alle zone disastrate.

Secondo: le immagini della sciagura devono rimanere scolpite nella memoria. Se ci sono colpevoli devono venire fuori. Ci sono le prime indagini della magistratura: bene. Andiamo avanti celermente.

Terzo: ci sono mappe chiare sul rischio idrogeologico in Toscana. Vogliamo aspettare il prossimo disastro per riparlarne o le istituzioni si muovono prima?