"Un rivale ostico"

Pistoia ha fatto pentole e coperchi. Ha saputo reggere all’inizio, ha capito quando era il momento di provare l’allungo e poi ha saputo soffrire tenendo il ritorno di Trapani. Non è stata una partita facile da interpretare. Per i biancorossi trovare la chiave giusta è stato difficoltoso soprattutto all’inizio, poi una volta letto alla perfezione ciò che il campo diceva la strada si è fatta meno in salita.

"Sapevamo che sarebbe stata una partita difficile – afferma coach Nicola Brienza – perché loro sono una squadra ostica e noi siamo stati bravi a interpretare la partita soprattutto quando abbiamo messo la nostra impronta difensiva e la voglia di soffrire". A dire il vero i biancorossi si sono trovati a dover soffrire perché dopo aver messo il match sui binari giusti volando sul più 17, hanno tirato un po’ i remi in barca, hanno calato troppo la tensione consentendo agli avversari di rientrare in maniera pericolosa. Un episodio non isolato e sul quale la squadra dovrà lavorare molto anche perché Brienza si batte molto su questo aspetto. "Ci sta di tirare un po’ il fiato – spiega – anche se ultimamente ci sta capitando troppo spesso. Facciamo fatica a creare dei break e quando la gara va dove vogliamo rialziamo la testa. Siamo una squadra che deve stare sempre in modalità caschetto è lì che andiamo forte e giochiamo al meglio, diciamo che possiamo rialzare ogni tanto la testa, ma poco stando sempre dentro la partita".

Pistoia nel momento più difficile ha trovato un appiglio sicuro nella difesa che ormai è diventato il marchio di fabbrica dei biancorossi. Una difesa che ha mandato fuori giri l’attacco di Trapani, ma soprattutto ha dato tranquillità alla squadra che ha potuto trovare soluzioni più facili e sicure davanti. "La difesa deve rappresentare la nostra identità – spiega Brienza – perché è lì che vinciamo le partite anche perché in attacco abbiamo una buona qualità e troviamo sempre delle soluzioni".

Maurizio Innocenti