Fisco: Coldiretti, dal Decreto rilancio benefici anche per il florovivaismo

Il settore beneficerà del taglio al costo del lavoro. Per l'associazione agricola si tratta di "un risultato importante"

Simone Ciampoli, direttore Coldiretti Pistoia

Simone Ciampoli, direttore Coldiretti Pistoia

Pistoia, 15 settembre 2020 - Anche il settore florovivaistico beneficerà del taglio del costo del lavoro, previsto dal ‘Decreto rilancio’, e le aziende potranno non pagare domani 16 settembre i contributi previdenziali per i lavoratori dipendenti a loro carico. Il provvedimento riguarda i settori agricoli più duramente colpiti dall’emergenza covid: filiere agrituristiche, apistiche, brassicole, cerealicole, florovivaistiche, vitivinicole ma anche allevamento, ippicoltura, pesca e dell’acquacoltura. Lo rende noto la Coldiretti in riferimento al ‘tour de force’ per imprese e professionisti, che si troveranno il 16 settembre a far fronte a diversi pagamenti.

“Anche le imprese agricole del nostro territorio sono perennemente alle prese con adempimenti che comportano costi diretti ed in termini di tempo. Ma, grazie all’impegno di Coldiretti, quelle più duramente colpite dall’emergenza covid godranno –spiega Simone Ciampoli, direttore di Coldiretti Pistoia–dell’esonero per i primi sei mesi del 2020 dei contributi previdenziali e assistenziali dovuti dai datori di lavoro per effetto delle norme contenute nel decreto rilancio, appena convertito in legge”. “Le aziende coinvolte –sottolinea l'associazione - non dovranno pagare un importo complessivo a livello nazionale di 426 milioni per il settore grazie alle sollecitazioni della Coldiretti accolte dal Ministro delle Politiche Agricole Teresa Bellanova”. “Un risultato importante  - sottolinea l'associazione - per salvare lavoro ed occupazione in settori strategici del Made in Italy in una situazione in cui in Italia il 57% delle 730mila aziende agricole nazionali ha registrato una diminuzione dell’attività, secondo l’indagine Coldiretti/Ixe". Codiretti sottolinea, infine, “il valore strategico delle filiere agricole, con la necessità di difendere la sovranità alimentare e non dipendere dall’estero per l’approvvigionamento alimentare in un momento di grandi tensioni internazionali sugli scambi commerciali”.