Palermo e Brescia tra le dimissioni di Baldini e i 59 milioni di euro sequestrati

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Un fulmine a ciel sereno e un terremoto finanziario che potrebbe potenzialmente radere al suolo un’altra piazza: lo stivale della Serie B nelle ultime ore è stato caratterizzato da una doppia novità che sta interessando due club che, sulla carta, si sono candidati a recitare il ruolo di protagonisti nel prossimo campionato. Sicuramente la notizia più clamorosa è quella delle dimissioni di Silvio Baldini da tecnico del Palermo, accompagnate da quelle del direttore sportivo Renzo Castagnini. I due erano stati gli artefici principali del ritorno dei rosanero in cadetteria attraverso il trionfale percorso ai playoff di Serie C: ancor di più, il dirigente era stato l’architetto che aveva disegnato la risalita della compagine siciliana dalla Serie D a partire dal 2019, contribuendo anche – fra le altre operazioni di mercato – alla cessione di Lorenzo Lucca al Pisa nella scorsa estate. L’arrivo della nuova proprietà guidata dallo sceicco Al Mansour non è stato indolore: l’empatia tra il City Group e il duo Baldini-Castagnini non è mai scattata, al punto che il tecnico apuano nella conferenza stampa di addio tenuta ieri ha spiegato di "non sentirmi più parte del magnifico gruppo con il quale abbiamo realizzato l’impresa della promozione. Con Castagnini ci siamo confrontati e abbiamo deciso che sarebbe stato meglio lasciare adesso, in modo da dare alla società il tempo utile per individuare il miglior profilo per la panchina e per la scrivania del diesse". A sole tre settimane dall’inizio della stagione, quindi, a Palermo manca la guida tecnica: il nuovo diesse è Leandro Rinaudo e l’allenatore ad interim è Stefano Di Benedetto, promosso dalla Primavera.

Tra i nomi circolati subito dopo le dimissioni ci sono Claudio Ranieri e Daniele De Rossi. L’altra "bomba" pronta a esplodere arriva da Brescia, dove il Tribunale del riesame ha confermato la richiesta di confisca di 55 milioni di euro ai danni di Massimo Cellino per l’accusa di frode fiscale. Il patron del Brescia e il direttore Giorgio Perinetti garantiscono di non avere preoccupazioni riguardo alla tenuta del club biancoblu, ma all’atto pratico il mercato delle Rondinelle è bloccato: risulta infatti molto complicato convincere procuratori e giocatori a trattare con una società che si ritrova una spada di Damocle così preoccupante sulla testa.

M.A.