Un’assemblea aperta a tutti i cittadini nell’auditorium del "Santoni" per riflettere sulle occupazioni scolastiche che ci sono state a metà dicembre e che hanno devastato gli istituti con danni per svariate decine di migliaia di euro. È la proposta, di due insegnanti - Flaviana Sortino del Pesenti e Orsetta Innocenti del Santoni - che il 21 gennaio alle 18 nell’auditorium di largo Marchesi 12 faranno un evento per promuovere "la riflessione e il dialogo tra docenti, studenti, famiglie e cittadini per costruire insieme risposte e soluzioni concrete, creando spazi di dialogo e confronto, in un’ottica di responsabilità verso il bene comune".
"Con un senso profondo di fallimento educativo, sociale e politico - scrivono in una nota le due insegnanti -, abbiamo deciso di rivolgerci alla comunità tutta per riflettere insieme su quanto accaduto, che non può essere liquidato come una serie di episodi isolati di vandalismo, ma ci interroga come educatori, cittadini e come comunità". Sortino e Innocenti affermano che è importante il confronto tra tutta la cittadinanza sul tema per non contribuire "a fuorviare il dibattito già polarizzato tra chi cerca colpevoli da punire e chi giustifica tali atteggiamenti". "Da un lato - prosegue la nota - la destra sembra quasi compiacersi di quanto avvenuto, sfruttando l’occasione per additare la sinistra come responsabile unica di tutto ciò per avere supportato le motivazioni delle occupazioni. Dall’altro la sinistra si sofferma unicamente sulle ragioni iniziali delle occupazioni senza addentrarsi in un’analisi più profonda. Una narrazione da ambo i lati - precisano le insegnanti - che non ci convince: crediamo, invece, che la noia e l’ansia di distruzione diventino una risposta quasi ovvia, seppur inaccettabile, in una società che appare priva di stimoli culturali adeguati, senza eventi che possano rappresentare un punto di riferimento per i giovani".
Oltre alla politica, le insegnanti si rivolgono anche ai cittadini e alle famiglie "che hanno la preoccupante tendenza a deresponsabilizzarsi. È troppo facile - scrivono - dire che i propri figli non erano direttamente coinvolti nei fatti. In una comunità nessuno può chiamarsi fuori: tutti dobbiamo assumerci la responsabilità di rimediare e ricostruire. I vandali sono i nostri studenti, i nostri figli, i nostri concittadini". Da qui la proposta di un incontro comune per comprendere "le cause profonde di questo disagio". "Il nostro compito - continua la nota delle insegnanti - non è solo quello di insegnare, ma di ascoltare, di creare spazi di dialogo e confronto, di offrire strumenti per costruire un senso di appartenenza e di responsabilità verso il bene comune. Se non si costruisce una rete solida di sostegno ai nostri giovani, una rete che parta dalle famiglie, dalle scuole, dalle istituzioni e arrivi a coinvolgere ogni singolo cittadino, non ne usciamo. I giovani - concludono - sono il nostro futuro, e il futuro si costruisce con dialogo, responsabilità e partecipazione".