GABRIELE MASIERO
Cronaca

Caso Ragusa, il biglietto dell’ex detenuto è l’arma dei difensori di Logli

E’ un ex carcerato che svolgeva servizi nelle celle al don Bosco e qui ha conosciuto. Loris Gozi: «Mi rivelò di aver reso falsa testimonianza su Antonio». Il giostraio smentisce

Antonio Logli

Pisa, 14 gennaio 2022 - Potrebbe sfociare in una «guerra» tra testimoni il tentativo del pool difensivo di Antonio Logli di riaprire un nuovo processo per scagionare definitivamente il marito di Roberta Ragusa, in carcere dal 2019 per una condanna definitiva a vent’anni di carcere per omicidio e distruzione di cadavere. L’avvocato Andrea Vernazza, supportato dalla criminologa Anna Vagli, tenta di ribaltare la storia giudiziaria chiedendo alla corte di Appello di Genova di verificare l’attendibilità delle dichiarazioni di Loris Gozi alla luce di nuove testimonianze raccolte. In particolare di un ex detenuto conosciuto da Gozi al Don Bosco, durante il periodo in cui fu recluso nel 2016 in seguito a una condanna definitiva per furto. E’ lì che avrebbe confidato a un italiano di avere reso falsa testimonianza incastrando ingiustamente Logli.

A denunciare tutto è stato proprio l’ex detenuto inviando una lettera ai legali di Logli. L’uomo, da quel che se ne sa, è stato in carcere e poi ai domiciliari per reati contro il patrimonio e al Don Bosco svolgeva funzioni di servizio, come ad esempio raccogliere i rifiuti nelle celle. Ed è questo il contesto in cui avrebbe conosciuto Gozi e raccolto le sue confidenze, smentite però dal giostraio. Ma ci sarebbe anche un secondo detenuto le cui dichiarazioni sono ancora al vaglio dei difensori di Logli per valutare se inserirle o meno nell’istanza di revisione come eventuali nuovi di prova.  

Due settimane, forse un mese. Poi il pool difensivo di Logli è pronto a giocarsi le sue carte e a depositare alla Corte di Appello di Genova (competente per i processi toscani) l’istanza di revisione del processo. E’ l’estremo tentativo per tirare fuori dal carcere il marito di Roberta Ragusa. E così il decennale della scomparsa della mamma di Gello diventa l’occasione di un nuovo ring giudiziario. Per ora siamo alle interviste, agli annunci e poco di più. Ma Logli ci spera e con lui tutta la sua famiglia, convinta della sua innocenza e che gli inquirenti pisani non abbiano voluto approfondire altri scenari come quello dell’allontanamento volontario, che rappresenta la seconda gamba dell’istanza di revisione. 

La prima però è un testimone già acquisito a indagini difensive, che sconfessa la ricostruzione di Loris Gozi e ha scritto una lettera ai difensori di Logli nella quale afferma che il giostraio gli aveva confidato, durante il periodo di detenzione al Don Bosco, nel 2016, che si era inventato tutto. L’autore di quella missiva è un ex detenuto: un uomo di 61 anni, residente nel Pisano dove ai domiciliari sta finendo di scontare una pena per bancarotta, ricettazione e altri reati contro il patrimonio. In carcere aveva svolto anche mansioni di servizio: raccoglieva i rifiuti nelle celle ed è in quella circostanza che ha incontrato Gozi. Per il suo difensore non è un mitomane e anzi ritiene attendibili quelle affermazioni vergate a penna su un foglio bianco.

"Un giorno - ha scritto nel biglietto recapitato agli avvocati di Logli e mostrato ieri in Tv su Canale 5 - vidi Loris preoccupato: gli chiesi come mai, lui mi rispose che era preoccupato perché aveva rilasciato una falsa testimonianza. Aveva detto di aver visto Antonio Logli in auto fermo e seduto vicino al passaggio a livello nei pressi di casa sua la notte in cui era scomparsa la moglie Roberta Ragusa. Mi disse anche di essere preoccupato perché Logli lo avrebbe potuto denunciare". Gozi ieri intervistato da Mattino 5, il rotocalco di Mediaset condotto da Federica Panucci, ha negato questa ricostruzione: "Non ho mentito e non vado a dire i miei problemi a un detenuto. Non ho imbrogliato nessuno e sono stato giudicato attendibile dai giudici. Io ho detto la verità: ricordo bene quella sera. E confermo tutto". 

Il suo legale, Simone Cozza, aggiunge: "La storia del detenuto è vecchia di un paio d’anni e da altrettanto tempo sentiamo parlare di un’istanza di revisione che ancora non è stata presentata. Se lo faranno la leggeremo e se ravviseremo contro Loris ipotesi di calunnia agiremo di conseguenza. Anche perché Gozi non ha mai accusato il marito di Roberta ha solo detto di averlo visto fuori da casa in un orario in cui lui agli inquirenti invece aveva detto di essere a dormire. Il resto per ora sono solo chiacchiere". Qualche settimana ancora e conosceremo le carte che intende giocarsi Andrea Vernazza, difensore di Logli, che punterà anche sull’allontanamento volontario della mamma di Gello, presentando alcuni scritti nella quale la donna manifestava la volontà di cambiare vita perché non si sentiva apprezzata in famiglia. tesi che convince tutta la famiglia i Logli: i suoi figli, ma anche il padre Valdemaro che ieri in Tv ha ribadito: "La verità verrà fuori. Siamo tutti in attesa della revisione del processo. Roberta potrebbe essersene andata".