Il crollo del campo largo: effetto Bari per Firenze

Il M5s alle elezioni politiche del 2022 era dato per finito, defunto, ma è riuscito a passare per vincitore morale all’opposizione nonostante il dimezzamento dei voti rispetto alle precedenti elezioni politiche

Elly Schlein e Giuseppe Conte

Elly Schlein e Giuseppe Conte

Firenze, 7 aprile 2024 – Mentre a Firenze, Pd e M5S cercano una improbabile alleanza alle elezioni amministrative di giugno - o il Pd cambia idea sulle infrastrutture, e non solo, o la cambia il M5S - a Bari il Campo Largo naufraga tra indagini, arresti e dimissioni. L’inchiesta sul voto di scambio, che coinvolge anche una ex assessora regionale di Michele Emiliano, Anita Maurodinoia, che si è appena dimessa, è diventata una ghiotta occasione per Beppe Conte.

In un colpo solo, il capo dei Cinque Stelle ha fatto saltare le primarie a Bari, che si sarebbero dovute tenere oggi, per individuare il candidato sindaco alle prossime elezioni, e ha spiegato che anche a livello nazionale, se il Pd non ritira le accuse di “slealtà”, il progetto campolarghista potrebbe saltare.

Elly Schlein, infatti, dopo il ritiro del M5S dalle primarie di Bari, aveva subito accusato Conte di voler regalare la vittoria alla destra. Ora gli ex alleati si contenderanno il Comune a giugno. Da una parte Vito Leccese, sostenuto dal Pd, dall’altra parte Michele Laforgia, sostenuto da M5S e sinistre.

Le faccende pugliesi potrebbero avere un riverbero anche sulle trattative fiorentine. Finora il Pd nazionale ha dato indicazione di perseguire l’alleanza demopopulista dappertutto. Anche laddove non è mai esistita per differenze programmatico-ideali imprescindibili.

Il M5S toscano non è molto diverso da quello dei Meetup delle origini; non ci sono Luigi Di Maio a Firenze, peraltro per la comprensibile gioia dei Cinque Stelle, che ne fanno volentieri a meno. Le posizioni del M5S fiorentino e toscano sono note da tempo, stratificate. I punti di incompatibilità con il Pd si sprecano. Dall’alta velocità all’aeroporto, dall’urbanistica alla tramvia. I primi due non sono esattamente un dettaglio e il M5S pone come pre-condizione l’abbandono di qualsiasi ipotesi di ampliamento dell’aeroporto Vespucci. In Toscana, il M5s, quando ha vinto - a Livorno, a Carrara - lo ha fatto sulla base di una radicale discontinuità nei confronti del Pd e del suo sistema di potere (e non è certo una critica antipolitica, la nostra: il potere serve a governare). Ed è solo così che i Cinque Stelle possono sopravvivere a sé stessi e a tutte le evoluzioni prodotte dal tentativo di romanizzarsi. Nascono come partito antisistema e la loro fortuna è legata a questa postura. Conte coglie sempre, e non è certo un caso, l’occasione per spiegare la sua (presunta) diversità antropologica nei confronti dell’alleato, al quale spesso impartisce lezioni di etica e coerenza. Una strategia già messa in campo alle elezioni politiche del 2022, che a qualcosa è servita; il M5s, dato per finito, defunto è riuscito a passare per vincitore morale all’opposizione nonostante il dimezzamento dei voti rispetto alle precedenti elezioni politiche.

In cambio, il Pd ha regalato al M5S molte giustificazioni, spiegando che Conte è abituato troppo bene, sapete com’è, ha fatto il presidente del Consiglio, ma ora non lo è più, eh, si deve abituare eccetera eccetera. Ma il principale obiettivo di chi è stato a Palazzo Chigi è tornarci, non adeguarsi a quel che suggeriscono gli alleati. Sicché, viene da chiedersi: ammesso che l’alleanza Pd-Cinque Stelle possa esistere, a Firenze, e che non venga spazzata via dalla tempesta barese, chi dei due partiti alla fine cambierà idea?

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