Lo spunto del doppio ex. Boni ’legge’ Fabo-Roseto

’Mitraglia’ è icona incontrastata delle due piazze, domani avversarie a Roma "In gara secca di Coppa può succedere di tutto, ma gli Herons sono avanti".

Lo spunto del doppio ex. Boni ’legge’ Fabo-Roseto

Lo spunto del doppio ex. Boni ’legge’ Fabo-Roseto

Fra i tanti luoghi in Italia e non solo in cui Mario Boni, icona della pallacanestro italiana nonché primo e unico giocatore ad aver segnato più di ventimila punti nei campionati FIP, è cestisticamente venerato ci sono anche due cittadine di provincia di ventimila abitanti o poco più: si tratta di Montecatini Terme, ormai città adottiva di Super Mario, e Roseto degli Abruzzi, nel quale il campione di Codogno lasciò il segno agli inizi degli anni duemila. Due cittadine che grazie a Fabo Herons Montecatini e Liofilchem Roseto domani a Roma lotteranno per un sogno chiamato Coppa Italia LNP.

Fra i ricordi che ti legano a queste due piazze, quali sono quelli più impressi?

"Non nascondo di essermi un po’ emozionato quando ho visto l’accoppiamento in semifinale di Coppa Italia. Montecatini è la città che mi ha adottato, potrei citare tantissimi episodi ma mi ricordo sempre con piacere la partita giocata a Firenze nell’anno della prima promozione in A1 (1989-1990, nda), davanti a seimila persone tra cui quasi duemila arrivate dalla città delle terme. Negli anni di Roseto mi ha sempre colpito il numero di persone che venivano a vedere gli allenamenti: ogni giorno c’erano come minimo cento o duecento persone al palazzo, una roba pazzesca".

Due cittadine accomunate dalla passione per il basket...

"Sono territori in cui la pallacanestro è quasi una religione e nelle quali operano società serie che hanno saputo risvegliare la passione dei tifosi: in questo caso l’hype è più sugli Herons perché in soli tre anni il club di Andrea Luchi ha dimostrato di poter bruciare le tappe, mentre Roseto è già più abituata a questi palcoscenici".

Come vedi i due roster?

"Una sfida fra due squadre molto forti. L’innesto di Radunic aggiunge qualcosa di inedito all’assetto della formazione termale ma richiede tempo per essere assimilato, mentre per quanto riguarda Roseto i nuovi arrivati sono più funzionali al sistema di gioco degli abruzzesi".

Cosa deve temere Montecatini di questa Roseto?

"Io ho avuto come allenatore coach Franco Gramenzi, che attualmente guida la Liofilchem. E’ una vecchia volpe, che in carriera ha vinto dieci campionati e che è bravissimo a scovare le debolezze degli avversari e metterle a nudo con i suoi tatticismi. Tutto ciò viene mitigato però dal fatto che si tratta di una gara secca, dove l’approccio e il momento di forma di forma dei giocatori contano tanto. E poi occhio a Vangelis Mantzaris, che ha vinto l’Eurolega non una ma due volte. Non è una star, ma un giocatore di sistema. Fa cose poco appariscenti ma che sono in grado di far girare un’intera squadra. La fortuna di avere un elemento così nel proprio roster è data dal fatto che sai di potergli affidare il pallone in qualsiasi momento della partita, perché sei sicuro che lo tratterà con lucidità".

Chi parte favorito?

"Dico Fabo, anche se di un’inezia. Con l’arrivo di Radunic ora i rossoblù hanno più tonnellaggio nel pitturato rispetto a Roseto, che sotto canestro ha perso Poletti. Inoltre la squadra di Barsotti può ruotare nove o dieci elementi, anche la panchina lunga a volte può rivelarsi anche un’arma a doppio taglio".

Filippo Palazzoni

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