Khrystyna, c’è un avvistamento Ma la madre Imma è scettica

La segnalazione è arrivat alla connazionale che fa da tramite con la famiglia

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Un possibile avvistamento di Khrystyna Novak, la 29enne scomparsa da Orentano nelle ore successive l’arresto per armi e droga del suo compagno, collocherebbe la bella ucraina fuori dalla Toscana. La segnalazione è arrivata a Rada Garmash, la connazionale che per conto della famiglia della ragazza è stata la prima a diramare appelli in Italia, anche attraverso i social. Di questo avvistamento Rada ne ha parlato alla trasmissione "I fatti vostri" che si è occupata del giallo di Orentano.

Si tratta di un’immagine scattata, per strada, da una signora che l’avrebbe recapitata anche alla Polizia: un’immagine scura che lascerebbe emergere tratti di una giovane che potenzialmente potrebbero anche appartenere a Khrystyna, anche se la madre – a cui Rada ha inviato la foto – non vi avrebbe riconosciuto sua figlia. "La madre ha dei dubbi – ha spiegato Rada –. Ma non perdiamo la speranza, che lei, Khrystyna, si sia solo spaventata e si nasconda da qualche parte". È sempre più fitto il mistero della scomparsa della donna su cui indaga la Procura di Pisa che ha aperto un fascicolo per sequestro di persona a carico di ignoti. Sono pochi i punti fermi di questa storia. E molti i tratti che la rendono un giallo. C’è il mistero delle chiavi lasciate nella porta, delle amiche della ragazza (non si sa se accompagnate da uno o da due uomini) – episodio riferito da alcuni vicini – che vanno a cercare Khrystyna, scavalcano il cancello della villetta, entrano, non la trovano e portano via il cagnolino da cui la 29enne non si separava mai. Giovani che vivono nella zona di Montecatini e che Khrystyna ha conosciuto in un locale di Altopascio dove anche lei aveva lavorato e e dove aveva conosciuto il 41enne, imprenditore delle pelli a Ponte a Cappiano, con cui si fidanza e che è stato arrestato la sera di Hallowen (vicenda alla quale la 29enne è risultata estranea). C’è il mistero della borsa, e del passaporto lasciato in casa, quasi che la ragazza sia stata costretta a fuggire in fretta e furia. C’è il suo cellulare spento da quasi 20 giorni, che l’ultima cella colloca a Orentano.

Carlo Baroni