
Il 17 dicembre 1989, 31 anni fa, Alberico Evani diventava "l’uomo di Tokyo". Una sua magica punizione al 119° minuto (quasi allo scadere dei supplentari) riportava il Milan sul tetto del mondo riuscendo a trafiggere un ermetico Nacional Medellin. Quel duello vinto d’astuzia dal calciatore massese col colombiano Higuita è rimasto nei libri di storia. Il pittoresco portiere posizionò la barriera in maniera non impeccabile ed Evani riuscì ad aggirarla con un sinistro "chirugico" che andò ad infilarsi nell’angolino basso. Quel gol ha consacrato il nostro Chicco nell’olimpo dei campioni e ancor oggi, ogni anno, viene celebrato dai tifosi rossoneri di ogni parte del mondo. Quella notte furono in tanti anche gli sportivi massesi a mettere la sveglia alle 3 di notte per assistere alla finale di Coppa Intercontinentale e a scoppiare, attorno alle 5 del mattino, in un grande boato di gioia.
"Ho capito nel tempo che questa rete ha significato tanto, tantissimo, anche per i tifosi, dato che dopo 31 anni tutti mi associano a quel gol, a quella notte – rivive il ricordo Chicco Evani –. Ancora oggi, incontrandomi magari casualmente per strada, mi dicono “ci hai regalato un sogno, il tuo sinistro ci ha mandati in Paradiso. Grazie Chicco“. Ne sono onorato e fiero. So di aver fatto tanto altro per il Milan, di aver dato sempre tutto me stesso ma mi rendo conto che quella notte, quella mia punizione fatata non uscirà più dall’anima dei tifosi, come se fosse incastonata. Un gol di testa e di cuore. Insostituibile, indelebile, incancellabile".