
di Claudio Laudanna
Piedi per terra e lavorare, lavorare e lavorare. Alessandro Dal Canto mette subito le cose in chiaro e, da buon veneto, non si lancia in proclami e voli pindarici, ma resta concentrato al qui ed ora non promettendo altro che impegno, dedizione e attaccamento alla maglia. "In questo momento sarebbe prematuro parlare di obiettivi o fare chissà quali promesse. Di certo abbiamo dei buoni propositi e con la società ci siamo parlati su quello che ci piacerebbe fare, ma adesso la squadra è ancora in fase di costruzione e quindi sarebbe sbagliato sbilanciarsi. Vedremo poi in base alla rosa che saremo riusciti ad allestire alla fine del mercato quali potranno essere le aspettative".
In questi primi giorni di ritiro Dal Canto ha comunque già trovato una squadra dotata di una sua fisionomia, con uno zoccolo duro di giocatori già sotto contratto nella passata stagione al quale si sono già aggiunti gli arrivi di diversi giovani interessanti. Una pattuglia che potrebbe ora allargarsi con tre nuovi innesti provenienti dal Sassuolo: l’attaccante Luigi Samele (2002), il portiere Giacomo Satalino (‘99) e il centrocampista Alessandro Mercati (‘02). "In questa fase l’obiettivo mio e di tutto lo staff è quello di mettere delle buone basi e dare un’organizzazione alla squadra. Per ora abbiamo delle esigenze numeriche a centrocampo e davanti, ma il mercato comunque è lungo. In questa prima fase, d’altronde, tutte le squadre si concentrano soprattutto sugli under, perché se vuoi fare minutaggio è bene andare subito a cercare quelli più forti, poi sarà la volta degli over. E’ ovvio poi che ogni allenatore vorrebbe avere il prima possibile la rosa completa a sua disposizione, ma se vai a cercare determinati profili ci sta che le trattative siano più complesse e abbiano bisogno di più tempo".
Dal 4-4-2 al 3-5-2, passando per il 4-3-1-2 nel corso della sua carriera Dal Canto ha spesso utilizzato moduli differenti a seconda dei giocatori a disposizione e delle diverse partite che doveva affrontare. "Se dicessi che non credo nei numeri e negli schemi passerei probabilmente per presuntuoso, è ovvio che io ho le mie idee, ma poi bisogna sempre vedere cosa si ha a disposizione. Di sicuro si parte sempre dal dare un’organizzazione difensiva, quella è probabilmente la parte più facile, diverso è poi quando si passa a parlare di cosa fare quando si ha la palla sui piedi. I moduli sono importanti, ma bisogna sempre mettere i giocatori nel posto giusto, là dove possono rendere di più".
Padova, Vicenza, Venezia, Arezzo, Siena, Livorno, Viterbese, per non scordare poi le esperienze sulle panchine delle Primavera di Empoli e Juventus, a 47 anni Dal Canto è ormai un allenatore esperto, con alle spalle oltre 300 partite nei pro tra serie C e serie B, e proprio questa sua esperienza gli dà la carica per affrontare nel modo giusto la nuova avventura sulla panchina della Carrarese. "Qui a Carrara ho trovato una società serie e organizzata, questa è una piazza storica e da avversario ho spesso apprezzato il calore del pubblico, ora starà a noi accenderlo con il gioco e i risultati. Per quanto mi riguarda ogni giorno vado al campo con tanto entusiasmo e con la voglia di fare bene. Se l’ambizione non fosse d’altronde quella di crescere sempre e di salire di categoria allora farei meglio a cambiare lavoro. Anche quest’anno si parte con l’obiettivo di fare qualcosa di importante, ma per ora pensiamo solo a lavorare e poi, quando saremo al completo, vedremo cosa saremo riusciti a costruire e a cosa potremo ambire. Di sicuro a Carrara c’è tutto quello che io possa desiderare, la società è fatta di persone competenti e bene organizzate e non ci fanno mancare nulla".